La cooperazione energetica e commerciale tra la Nigeria e il Brasile può essere la vera chiave di volta per migliorare la sicurezza energetica del Paese affacciato sul Golfo di Guinea
La raffineria nigeriana Dangote
Svolta nella politica energetica della Nigeria. Come si apprende da Bloomberg, la raffineria nigeriana Dangote, ormai prossima alla piena capacità operativa, riceverà – entro la seconda metà del mese prossimo – un carico da un milione di barili di greggio brasiliano. Lo stesso, sarà venduto dalla Petrobras (la compagnia statale di estrazione, raffinazione e vendita del petrolio).
Le relazioni nigeriano-brasiliane, per Abuja, ricopriranno nel medio-lungo periodo un ruolo fondamentale. La vicinanza con uno dei pilastri dei BRICS (ai quali la Nigeria potrebbe unirsi entro il 2026), in effetti, potrebbe avere delle ricadute non soltanto energetiche, ma potrebbe fungere da volano nella ridefinizione dei rapporti di forza che interessano il cosiddetto “Sud Globale”.
Con oltre 215 milioni di abitanti (sesta al Mondo per popolazione), la ricchezza di materie prime (petrolio, carbone stagno) e un settore terziario in crescita, la Nigeria vuole trasformare la propria economia, correggendo i difetti strutturali e rinforzare il sostegno alla domanda interna aggregata.
Un gigante energetico…incapace di soddisfare la domanda energivora
In tale ottica, è interessante notare come questa repubblica federale, tra i principali esportatori di greggio al Mondo, rappresenta oggi uno dei più grandi paradossi che si possano immaginare.
Trentatreesima per PIL Nominale (al 2017; dati FMI), storicamente la Nigeria è tuttavia dipesa dalle importazioni di carburante dall’estero per soddisfare i propri bisogni interni, con evidenti ricadute sulla bilancia commerciale.
L’incapacità cronica di lavorare e trasformare il petrolio in loco, però, ha fatto sì che suddetta dipendenza abbia condizionato i consumi finali, sia in termini di prezzi, assurgendo a vulnus tangibile per sicurezza energetica nazionale, flebile in quanto soggetta agli shock internazionali.
Le logiche insite negli acquisti dal Brasile
Anche per questo, si è ricorso massicciamente alla materia prima brasiliana, riconosciuta come una delle più convenienti sui mercati globali. La raffineria Dangote è strategica, in quanto sul suo ruolo si andrà poi a ridefinire capillarmente il lavoro di distribuzione da effettuare a livello locale.
Dall’insieme dei fattori suindicati, dipenderanno molte delle scelte future, soprattutto in campo internazionale. Questo perché sulla differenziazione delle fonti e sul sostegno alla domanda interna, si imperniano le continuità delle forniture, dunque uno dei pilastri del patto sociale.
La capacità dell’infrastruttura nazionale di fronteggiare le possibili difficoltà e i cambiamenti di un settore che si sta rimodulando, sarà una delle matrici con cui il Governo di Abuja affronterà le sfide del prossimo avvenire.
Il tutto, nel contesto geopolitico globale che vede la postura dell’Africa sempre più centrale, come hanno rimarcato l’ultimo G7 e la rinnovata visione proposta dal Governo italiano nel “rieditato” Piano Mattei.