Al porto di Oristano sono arrivati i tir per il trasporto delle gigantesche pale eoliche destinate a essere installate da Villacidro a Domusnovas. Tutto questo però sta scatenando delle proteste che non accennano a frenarsi.
La partenza
Confermata la partenza delle grandi pale eoliche, provenienti dalle Canarie e trasportate dal porto di Oristano, al fine di essere installare dal comune di Villacidro a quello di Domusnovas. Gli aerogeneratori sono fermi lì dal 22 aprile, in attesa di ulteriori novità.
Ma il grande giorno adesso è arrivato e, da quanto appreso, tali prodotti potenzieranno i parchi già presenti nell’isola italiana. Qui la situazione però è molto particolare, tenendo in considerazione la mappa delle nuove concessioni per lo sviluppo del settore, proprio dove viene prodotta già più energia di quella consumata.
Le proteste
Si parla dunque di una produzione più elevata della norma, come avviene anche in altre Regioni del Sud ma che qui in Sardegna sta scatenando una serie di proteste, che hanno persino costretto le forze dell’ordine a intervenire.
Alcuni attivisti infatti hanno bloccato l’uscita dei tir che trasportavano i componenti per le torri, posizionandosi davanti ai camion allo scopo di sbloccarli.
A supporto delle loro battaglie, nel territorio è ufficialmente partita la raccolta firme per fermare i progetti di nuovi parchi, sia eolici che fotovoltaici, in assenza di un adeguato piano energetico regionale.
Un referendum consultivo
A lanciarla è stato nello specifico il ‘Comitato per il No’, che punta ad ottenere presto le 10.000 firme necessarie per portare i cittadini a un referendum consultivo. C’è dunque parte della popolazione sarda che in realtà lotta da anni per la tutela del patrimonio paesaggistico e naturale.
Sono già 809 le richieste presentate di allaccio di impianti di produzione di energia green alla rete elettrica nazionale che, in caso di semaforo verde, produrrebbero 57,67 GW di potenza. Come evolverà la situazione?