Roma, 22/11/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Prezzi italiani dell’energia tra i più alti d’Europa, ma le rinnovabili crescono del 44%. La Relazione annuale ARERA

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Mentre negli Stati Uniti la crescita dei mercati energetici si attesta sul 2,7%, l’Europa paga ancora lo scotto della guerra Russo-Ucraina, con un tasso di sviluppo dello 0,8% (dovrebbe raggiungere 1,5% nel 2025). Nel 2023 il GNL è divenuto dominante negli scenari energetici internazionali, ma l’aumento delle rinnovabili ne mitiga la domanda. Sono questi alcuni dei dati salienti che emergono dalla Relazione Annuale sullo Stato dei servizi e sull’Attività svolta dall’ARERA.

LEGGI LA RELAZIONE ANNUALE ARERA

Lo scenario internazionale

Il 2024 offre un quadro più ottimista circa le prospettive dell’economia mondiale rispetto al recente passato. Secondo l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, per il prossimo biennio 2024-2025 è attesa una crescita media mondiale del 3,2%, sebbene il divario energetico tra Stati Uniti ed Europa sia ancora molto evidente (+2,7% USA contro +0,8% UE). Nella sua relazione annuale, ARERA sottolinea lo scotto che l’Unione Europea ha dovuto pagare a seguito della scelta di rifornirsi, per ritorsione politica contro Mosca, di prodotti energetici da fornitori più lontani e quindi più costosi. Solo il 2025 dovrebbe riportare i tassi di sviluppo a medesimi ordini di grandezza: +1,9% per gli Usa e +1,5% per l’Area Euro. Nei due volumi della Relazione 2023 sullo Stato dei servizi e sull’Attività svolta dall’Autorità, appare, inoltre, evidente come sull’economia UE pesi anche il processo di deindustrializzazione in atto da tempo, che spinge le compagnie europee a investire sempre di più in Asia o negli Usa, dove vi è una minore incidenza degli oneri fiscali, burocratici e ambientali. I tassi di crescita dei PVS Asiatici, Cina, India e Asean-5 sono di gran lunga i più alti del mondo: 4,1%7,8%.

Aumenta la domanda di Gas naturale 

In particolare, il documento evidenzia l’aumento della centralità del GNL nei mercati internazionali. Lo scorso anno i mercati del gas naturale hanno mostrato segnali di riequilibrio dopo un periodo di shock dovuto alla pandemia e alla crisi energetica in Europa. Nel 2023, le esportazioni globali di GNL hanno raggiunto un nuovo picco di 410 milioni di tonnellate, con un incremento del 2,8% (11 mln ton) inferiore a quello dell’anno precedente (+4,4%). I prezzi spot del gas hanno registrato un notevole calo dovuto principalmente a due inverni miti consecutivi, pur rimanendo superiori alle medie storiche. Tale ribasso ha sostenuto la domanda di gas naturale, in alcuni casi favorendolo rispetto ad altre fonti energetiche. Più nel dettaglio, i dati riportano una contrazione dello 0,69% dei consumi mondiali di gas, scesi da 4.109 a circa 4.095 miliardi di metri cubi (mld m³) per il 2023, trainati soprattutto dalla domanda di Asia Pacifico e Cina (+2,9% e +7,4%). A livello di Unione europea, il 2023 ha visto una nuova flessione dei consumi, di 26 mld m³, pari al 7,3%, influenzata dal clima invernale mite della regione, dal rinnovo delle normative UE sulla riduzione volontaria del 15% della domanda di gas e dall’aumento della produzione di energia eolica e solare.

Energia elettrica

Nel 2023 i prezzi totali (cioè al lordo di tutte le imposte) dell’energia elettrica per i consumatori domestici dell’Unione europea sono aumentati complessivamente in 18 Paesi, mentre nei restanti 9 il prezzo è diminuito. L’aumento di gran lunga più elevato è stato registrato nei Paesi Bassi (+518%), mentre il calo maggiore è osservabile in Danimarca (-27%). Tra i Paesi più popolosi dell’Area euro, i prezzi più alti si sono registrati in Germania (42,03 c€/KWh), Francia (23,65 c€/KWh) e Spagna (26,02 c€/KWh). Il prezzo medio dell’Area euro nel 2023 è risultato pari a 31,45 c€/KWh.

Il contesto italiano: gas ed elettricità

In Italia, la domanda di gas è stata pari a 61,9 mld m³, in diminuzione di 6,9 mld m³ rispetto al 2022 (-10%). La riduzione della domanda di gas è principalmente attribuibile al settore termoelettrico (-4,10 mld m³; -13,6%) a seguito dell’aumento delle importazioni di energia elettrica derivante dalla ripresa del nucleare francese, ma anche della maggiore produzione idroelettrica, della riduzione della domanda elettrica per la lenta ripresa del settore industriale, del maggior peso delle rinnovabili. La Relazione ARERA mostra come nel Bel Paese, lo scorso anno, l’attenzione si sia focalizzata soprattutto sulla fine del mercato tutelato per gli utenti domestici del gas. Nonostante i cali registrati rispetto al picco del 2022, i prezzi non sono tornati ai livelli pre-crisi e diverse problematiche si sono registrate nel settore elettrico.

Prezzi medi dell’energia elettrica

Tuttavia, in merito a quest’ultimo comparto, i dati relativi al nostro Paese mostrano un discreto miglioramento della situazione. I prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici nel 2023 fanno registrare aumenti del +6% in Italia (con prezzi medi finali pari a 38,64 c€/kWh) ben lontani dal +40% dell’anno precedente. Per quanto riguarda la dinamica della componente industriale del prezzo dell’elettricità (cioè la somma delle componenti: “energia e vendita” e “costi di rete”), si evidenzia come in Italia sia risultata, anche nel 2023, più elevata rispetto a tutti gli altri principali Paesi europei, ma in forte riduzione rispetto all’anno precedente (+58% rispetto alla Francia, era +98% nel 2022; +2% rispetto alla Germania, era +53% nel 2022; +18,2% rispetto all’Area euro, era +40% nel 2022). L’unica eccezione emerge nei confronti della Spagna, rispetto alla quale il differenziale della componente industriale del prezzo italiano, che era +25% nel 2022, è salito a +36% nel 2023.

In questo contesto, il Gruppo Enel si conferma il primo produttore di energia elettrica in Italia, con una quota del 16,9% (in calo rispetto al 18% del 2022) seguito da Eni al 9,5% (stabile rispetto al 2022), che risulta al primo posto per generazione termoelettrica (16,5% contro il 15,2% di Enel).

Le rinnovabili salgono al 44% 

Secondo i dati riportati dall’ARERA, in Italia tra le fonti rinnovabili sono in aumento la produzione idroelettrica (+42,4%), quella fotovoltaica (+9,2%) e quella eolica (+13,7%) mentre si sono ridotte la generazione geotermica (-2,5%) e da bioenergie (-9,1%).

Enel si è confermata primo operatore nella produzione da fonti rinnovabili con il 22,4% della generazione lorda, con una quota in calo, ma ancora significativa, nell’idroelettrico (37,8%) e la totalità di quelle nel geotermico. Tra i principali 15 gruppi che hanno contribuito alla produzione da energia rinnovabile restano rilevanti, pur se in diminuzione rispetto al 2022, le quote nell’eolico di Erg (10,6% contro 11,5% del 2022) e di Edison (9,4%, invariata rispetto all’anno precedente) e la quota nelle bioenergie di A2A (14,7% rispetto al 13,3% nel 2022).

Complessivamente, per l’anno 2023, i costi derivanti dall’incentivazione delle fonti rinnovabili sono risultati pari a circa 7 miliardi di euro (erano 6,4 mld € nel 2022 e 10,5 mld € nel 2021), in aumento rispetto all’anno precedente.

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