La produzione e l’estrazione del litio, dalle riserve geotermiche, al centro del momento di confronto tra MASE e imprese. Il minerale protagonista della transizione energetica potrebbe, infatti, essere ricavato dalle salamoie geotermiche, con rilevanti benefici in termini ambientali e di efficienza energetica.
Il ruolo centrale del cosiddetto “oro bianco”
Il litio, il cosiddetto “oro bianco” per l’impiego prezioso che ne viene fatto nella realizzazione delle batterie, è al centro degli studi collegati all’esplorazione delle risorse minerarie nel nostro Paese. Le maggiori società di ricerca italiana sono, infatti, impegnate in studi collegati all’esplorazione geotermica-mineraria ai fini di incrementare lo sfruttamento di questo metallo, fortemente deprezzato nell’ultimo anno. Una vertiginosa caduta che ha portato il prezzo del litio a circa 12mila dollari per tonnellata.
Estrazione dalla brina geotermica
A sottolineare l’interesse per il litio, elemento chimico indubbiamente protagonista della transizione energetica, anche il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, che ha posto il focus sull’argomento confrontandosi con esperti e aziende operanti nel settore. In particolare, è emerso che una nuova frontiera in questo ambito sia rappresentata dall’estrazione dalla brina geotermica. Il Dicastero vorrebbe dunque favorire lo sviluppo di metodologie per la valutazione delle risorse, e riserve di litio, all’interno dei fluidi ospitati nei serbatoi geotermici.
Le tecnologie presentate al MASE
Produzione e auto-produzione energetica, nonché estrazione del litio. Sono questi i due rami in cui le eccellenze italiane intendono specializzarsi. Le tecnologie presentate al MASE da players di settore come ENEL Green Power, Steam, Turboden, IREN, Altamin ed enti di ricerca come il CNR e RSE, sono in parte consolidate e in parte in via di sviluppo. Per somme linee, dimostrano tutte che massimizzando l’uso delle risorse geotermiche mediante la produzione di litio da salamoie, si potrebbero apportare benefici non trascurabili in termini di efficienza energetica.
Gli aspetti giuridici
La normativa nazionale dovrà presto adeguarsi al Regolamento Europeo sulle Materie Prime Critiche entrato in vigore a maggio 2024, nonché al DL Materie prime critiche da poco emanato, al fine di allineare il Paese con obiettivi e standard europei in un’ottica di transizione digitale e green. Più nel dettaglio, il nuovo schema di Decreto sulle materie prime critiche e le infrastrutture strategiche del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, composto da 16 articoli densi di novità in materia, si propone di rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento, accelerando e semplificando la ricerca di materie prime strategiche per la realizzazione di impianti rinnovabili, batterie, sistemi di stoccaggio, altri dispositivi e apparecchiature con ruolo chiave in questa fase di cambiamento.