Roma, 22/11/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Ripristino della Natura: è legge, ma l’Italia vota No!

11Ripristino della Natura
Home > Policy > Policy Europa > Ripristino della Natura: è legge, ma l’Italia vota No!

In cattive condizioni oltre l’80% degli habitat europei. Nature Restoration Law: il Consiglio europeo dà il via libero definitivo. Decisivo il sì dell’Austria. Contraria l’Italia.

Regolamento approvato

Regolamento per la biodiversità approvato. L’Ue ha votato l’insieme delle regole che definiscono che, entro il 2030, si dovrà recuperare il 30% di tutti gli habitat terrestri, lacustri, marini e fluviali in cattive condizioni.  Il Regolamento stabilisce requisiti specifici per i diversi tipi di ecosistemi, compresi i terreni agricoli, le foreste e gli ecosistemi urbani.

Priorità per le aree terrestri e marittime, che dovranno essere ‘fuori degrado’ per almeno il 20% della superficie coperta entro il decennio.
Gli habitat lacustri e fluviali dovranno raggiungere il 60% di recupero entro il 2040 e il 90% entro il 2050.

Il Nature Restoration Law prevede che ogni Stato Membro presenti alla Commissione europea un piano nazionale che indichi le strategie utilizzate per raggiungere gli obiettivi. Ogni Governo dovrà inoltre monitorare la situazione e riferire i progressi fatti in riferimento a indicatori di biodiversità definiti dall’Unione Europea.

Difendere l’ecosistema

I 27 dovranno stilare piani nazionali per difendere l’ecosistema e per ripristinare gli habitat naturali – e stanziare fondi – per aumentare la popolazione degli uccelli delle foreste e contrastare la cementificazione.
Inoltre, dovranno migliorare due fra i tre seguenti indicatori: popolazione delle farfalle di prato e degli insetti impollinatori, stock di carbone organico nei terreni minerali, quota di terreni agricoli ad alta diversità.
Gli obiettivi e gli obblighi giuridicamente vincolanti definiscono che, entro il 2030, in tutta l’Ue, vengano riumidificate le torbiere drenate, piantati tre miliardi di alberi e trasformati in fiumi a flusso libero 25mila km di fiumi, attraverso la rimozione di barriere artificiali alla connettività delle acque superficiali.

Conditio sine qua non per allentare il cambiamento climatico è che – fino alla fine del 2030 – non dovrà essere sacrificato nessuno spazio verde urbano, così come la copertura delle chiome degli alberi.

Il voto. Una maggioranza minima

Il Regolamento è stato approvato con una maggioranza qualificata minima. Il sì di 20 Paesi (su 15 minimi) ha interessato una popolazione pari al 66,07%, con una soglia del 65%.

Astenuto il Belgio.
Contrari i ministri dell’Ambiente di: Ungheria, Polonia, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia e Italia.
Decisivo per il sì, il cambio di direzione dell’Austria che, in precedenza, aveva sempre votato ‘no’ al Regolamento sul Ripristino della Natura.

In una nota del MASE, il viceministro all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica, Vannia Gava, motiva il ‘no’ dell’Italia sostenendo che il Nature Restoration Law ha impatti negativi sul settore agricolo e ne aumenta gli oneri economici e amministrativi. La Gava precisa che “L’Italia sostiene l’obiettivo di tutelare e riparare gli ecosistemi e ha lavorato a proposte migliorative per garantire il giusto equilibrio tra sostenibilità ambientale ed economica”.

La ministra dell’Ambiente austriaca, Leonore Gewessler, certa dell’importanza e della validità del Regolamento, ha appoggiato la legge, consentendone l’approvazione, nonostante il dissenso del partito con cui è al governo. Rischia, per questo, un’azione legale per abuso d’ufficio e violazione della Costituzione.

Perché un Regolamento sul Ripristino della Natura?

Perché un Regolamento sul Ripristino della Natura?
Oltre l’80% degli habitat europei sono in cattive condizioni. Il 10% delle specie di farfalle e api è a rischio estinzione e il 70% dei terreni è in condizioni di degrado. Gli sforzi compiuti in passato per proteggere e preservare la natura non sono stati in grado di invertire questa preoccupante tendenza.

Proposto per la prima volta a giugno 2022 dalla Commissione europea, il Regolamento mira anche a ripristinare le aree degradate e a rispettare gli impegni internazionali dell’Ue, in particolare il quadro globale di Kunming-Montréal concordato alla conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità del 2022 (COP15).

Con la sua approvazione, l’Ue porta avanti l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Prossimi passi

La Commissione europea tornerà sul Regolamento nel 2033, per una valutazione e un eventuale assestamento delle nuove regole, qualora il Ripristino della Natura porti conseguenze a livello comunitario per la sicurezza alimentare.

I prossimi passi, come di consueto, prevedono che il Regolamento venga pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue.
Entrerà quindi in vigore, diventando applicabile in tutti gli Stati membri.

Articoli correlati