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Decreto aree idonee per le rinnovabili: intesa raggiunta

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È stata raggiunta in Conferenza unificata l’intesa sul decreto aree idonee, con la bozza definitiva che concede alle Regioni la possibilità di stabilire una fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela, seconda della tipologia di impianto rinnovabile e fino a un massimo di 7 km.

Un’intesa

Sul decreto aree idonee per le rinnovabili, provvedimento importante per gettare le basi in Italia per lo sviluppo di nuovi impianti con meno burocrazia e più autorizzazioni, è arrivata finalmente oggi un’intesa in Conferenza unificata.

L’approvazione del testo è da sempre stata considerata un passaggio fondamentale nella distribuzione territoriale degli obiettivi fissati dal PNIEC, che punta a 80 GW di energia verde tra Regioni e Province autonome entro il 2030. Come dichiarato in una nota dal rappresentante istituzionale del MASE Gilberto Pichetto Fratin, si è arrivati a sbloccare un decreto molto atteso e un ulteriore tassello per il raggiungimento della decarbonizzazione.

Il ministro parla di un lavoro di mediazione che porta così a un nuovo modello energetico al 2030, coerente con altri strumenti messi in campo quali il decreto Fer2 e quello sulle CER.

Regole ben precise da rispettare

Il testo dunque, esaminato oggi durante una videoconferenza che ha visto partecipi Regioni, Province autonome, l’Anci e i ministeri di Ambiente, Agricoltura e Cultura, sarà emanato da Pichetto Fratin e presenterà al suo interno delle regole ben precise da rispettare.

Le Regioni infatti potranno stabilire una fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela di ampiezza differenziata, a seconda della tipologia di impianto e fino a un massimo di 7 km. Parliamo di vincoli che però non si applicano per i siti già esistenti o sui quali lavorare.

Cosa ci si aspetta adesso?

Cosa ci si aspetta adesso? Di certo un’accelerazione nella pianificazione e realizzazione di nuove infrastrutture energetiche sostenibili per il Paese, agevolando così il raggiungimento degli obiettivi green, classificando le superfici adatte, predisponendo degli iter agevolati.

Come proposto dunque a febbraio 2024 dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, anche gli enti locali avranno un ruolo specifico nelle decisioni da prendere e nell’introduzione di nuovi criteri qualitativi e quantitativi.

La viceministra del MASE, Vannia Gava, ha poi aggiunto alle parole di Fratin che l’ok all’intesa Stato – Regioni rappresenta un passo avanti concreto per lo sviluppo delle installazioni, con aree idonee (e non idonee) che saranno più facilmente individuate contribuendo in questo modo alla produzione da rinnovabili e all’obiettivo prefissato di 80 GW di potenza al 2030.

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