Stanno crollando i prezzi dei sistemi di accumulo energetico. La ragione? Secondo Evelina Stoikou, BloombergNEF Energy Storage Analyst, a far scendere il costo al kWh è la significativa crescita della capacità produttiva lungo tutta la catena del valore.
La situazione presentata dal report IEA.
Riduzione dei costi di capitalizzazione per i sistemi di stoccaggio di batterie
Un report recente dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), dal titolo ‘Batteries and Secure Energy Transitions’, prevede una riduzione dei costi di capitalizzazione per i sistemi di stoccaggio di batterie fino al 40%, da qui al 2030. Questo significativo calo dei prezzi renderà conveniente l’utilizzo di solare ed eolico, promuovendo l’abbandono delle tradizionali centrali a carbone o a gas.
Evelina Stoikou, BloombergNEF Energy Storage Analyst, considera tale risultato una conseguenza della crescita della capacità produttiva lungo tutta la catena del valore, alla quale si aggiungono i progressi compiuti nel settore con l’utilizzo di materiali più economici.
Un alleato importante per la decarbonizzazione
Rendere comunque i dispositivi di accumulo energetico più accessibili potrebbe rappresentare un alleato importante per la decarbonizzazione, promuovendo maggiori investimenti nelle Fer e rafforzando le potenzialità degli impianti green.
In particolare, sono i sistemi a base di litio ferro fosfato (LFP) a catturare sempre di più l’attenzione internazionale, con prezzi che, a differenza delle tradizionali tecnologie agli ioni di litio, sono scesi al di sotto dei 100 dollari/kWh. Cosa aspettarsi dunque in generale dall’andamento dei mezzi di stoccaggio in questo 2024?
Mobilità elettrica e accumulo stazionario
Avere costi più bassi significa anche incentivare lo sviluppo della mobilità elettrica e dell’accumulo stazionario. In particolare, quest’anno le installazioni fisse dovrebbero persino raggiungere una cifra record, toccando i 57 GW di potenza (e i 136 GWh di capacità) installati.
Le vendite di veicoli elettrici, nello specifico, sono destinate ad aumentare sempre di più, con le grandi celle cilindriche che, secondo quanto comunicato da BloombergNEF, sono quelle che stanno guadagnando più terreno. Sarà davvero il 2024 l’anno del cosiddetto ‘accumulo di lunga durata’?
Un tipo di stoccaggio duraturo nel tempo
Con tale termine si fa riferimento a un tipo di stoccaggio duraturo nel tempo, e dunque destinato a funzionare per un periodo più prolungato senza essere consumato o utilizzato completamente. I
Immagazzinare energia in questo modo potrebbe rivelarsi sempre più importante per gestire l’intermittenza delle fonti alternative, non sempre presenti come Sole e vento.
Rafforzare sempre di più l’approvvigionamento energetico
Parliamo infatti di tecnologie adatte, per esempio, per batterie dalla capacità più estesa, per l’accumulo termico e per l’idrogeno, per lo stoccaggio gravitazionale e anche per quello chiamato ‘chimico’, ovvero basato su reazioni reversibili che possono essere attivate o disattivate quando necessario.
Procedere su questa strada servirà a rafforzare sempre di più l’approvvigionamento energetico? Anche quando le rinnovabili non saranno sempre disponibili?