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Petrolio. Opec+, possibile taglio alla produzione anche dopo giugno?

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La domanda di petrolio greggio rimane bassa e i Paesi Opec+ potrebbero decidere di continuare a tagliare la produzione giornaliera di barili anche nella seconda metà dell’anno. Attesa per il vertice del 1° giugno a Vienna.

Opec+ pronto a nuovi tagli alla produzione di petrolio

Sono voci, ma piuttosto attendibili quelle rilanciate anche da milanofinanza.it, secondo cui anche dopo giugno si stima un ulteriore taglio alla produzione di greggio da parte dei Paesi Opec+.

Ad oggi il taglio ha raggiunto i 5,85 milioni di barili al giorno, pari più o meno al 5,7% della domanda mondiale.

Si tratta di una riduzione decisa a livello di gruppo, a cui si sono aggiunti quelli volontari di altri Paesi, tra cui Algeria, Iraq, Kazakistan, Kuwait, Oman, Russia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

La notizia sul possibile ulteriore taglio arriva da una fonte interna. Non ci sono prese di posizione formali, ma certo il problema della domanda debole di petrolio a livello mondiale, in questo momento, rimane sul tavolo.

Sulle politiche di produzione si riuniranno tutti i membri dell’Opec+ a Vienna il prossimo 1° giugno 2024. Questa sarà l’occasione per stabilire la linea generale per la seconda metà dell’anno in corso.

Secondo un sondaggio di Bloomberg, l’Opec ha pompato 26,81 milioni di barili al giorno in aprile, circa 50.000 barili al giorno in meno rispetto al mese precedente. Aumenti minori in Libia e Iraq sono stati controbilanciati dalle riduzioni in Iran e Nigeria.

Leggera ripresa dei prezzi

Mercoledì a Londra i futures del Brent sono stati scambiati intorno agli 85 dollari al barile.

Dopo tre sedute di ribasso dei prezzi, oggi si è registrato un timido aumento. Giusto il 1° maggio i prezzi erano scesi del 3%, toccando i minimi da sette settimane a questa parte.

Un dato frutto, probabilmente, anche della decisione della Federal Reserve degli Stati Uniti di mantenere i tassi invariati.

Ad influenzare la situazione anche l’inflazione, che è sotto controllo ora, ma i suoi effetti a lungo termine potrebbero comunque frenare la crescita economica del 2024 e limitare di conseguenza la domanda di petrolio.

Diversi i fattori geopolitici positivi, come la ripresa dei colloqui tra Israele e Hamas e la volontà di Washington di voler ricostituire la Riserva strategica nazionale di petrolio (US Strategic Petroleum Reserve), dopo le storiche vendite del 2022.

Giornalista

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