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Nucleare: €3,8 mln per mettere il Trizio “K.O”

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L’ENEA, in collaborazione con altri partner europei, lavora alacremente alla sostenibilità dell’energia nucleare. Oggi al Progetto TRANSAT, già messo in campo dall’UE per ridurre al minimo il rilascio di Trizio, (il primo isotopo radioattivo di un elemento chimico, oltre che dell’idrogeno stesso), si aggiunge TITANS, un investimento da €3,8 milioni.

Il progetto TITANS

3,8 milioni di euro per ridurre al minimo il rilascio di trizio all’interno dei reattori nucleari a fissione e fusione, mitigando così l’impatto sull’ambiente della sostanza radiotossica. Il progetto, finanziato dalla Commissione europea e coordinato dall’ente francese CEA, al quale partecipa anche ENEA, prende il nome di Ue TITANS e si propone di fare del nucleare una delle leve della transizione energetica. 

Neutralità climatica entro il 2050

Ue TITANS si inserisce nel percorso di decarbonizzazione iniziato in vista degli ambiziosi obiettivi di neutralità climatica al 2050. Lo scopo è, infatti, rendere più sostenibile il processo di fusione nucleare, nel quale il trizio, l’isotopo di massa 3 dell’idrogeno e il deuterio, l’isotopo di massa 2 dell’idrogeno, costituiscono il combustibile per la reazione di fusione. Il miglioramento riguarda anche i reattori a fissione, e dunque il recupero e il riutilizzo in un’ottica di economia circolare.

I potenziali danni del trizio

Seppure in piccole quantità, il trizio, come l’idrogeno e il deuterio, interagisce con i materiali, soprattutto quelli metallici. Ad esempio, come ha spiegato anche  il responsabile del Laboratorio di Tecnologie nucleari ENEA Silvano Tosti, può attraversare le pareti delle strutture e dei sistemi di raffreddamento degli impianti. Sul contenimento del trizio e sul trattamento dei rifiuti radioattivi da esso derivati si concentra in particolare il progetto TRANSAT (TRANSversal Actions for Tritium). In merito al controllo dei rilasci, allo studio dei materiali in grado di fungere da barriera di permeazione, nonché ai processi di estrazione sono stati raggiunti già risultati sorprendenti. 

Il progetto TRANSAT

Si tratta di un progetto multidisciplinare della durata di 4 anni che coinvolge 18 partner in Europa, pensato per migliorare le conoscenze sulla gestione del trizio negli impianti di fissione e fusione. Tra i principali obiettivi perseguiti vi sono: 

  1. strategie di mitigazione del rilascio di trizio, 
  2. miglioramento della gestione dei rifiuti, 
  3. affinamento delle conoscenze nel campo della radiotossicità, radiobiologia e dosimetria. 

In particolare, le attività prese in considerazione dal progetto sono quelle che si concentrano sulla valutazione delle barriere di permeazione (barriere attive e concetti di rivestimento) nonché sul trattamento dei gas triziati operativi.

I centri Enea

ENEA sta lavorando al progetto nei due Centri Ricerche di Frascati e Brasimone. Nel primo si sta sviluppando un’innovativa tecnica di misurazione del trizio in metalli liquidi, mentre a Brasimone si studia la permeazione e il rilascio del trizio e lo sviluppo di sistemi per il suo contenimento basati su rivestimenti speciali.

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