Il PNIEC attualmente proposto dal Governo manca di obiettivi chiari e ambiziosi per ridurre le
emissioni di gas serra, in linea con gli impegni presi nell’Accordo di Parigi e nella normativa europea. È questa l’opinione prevalente emersa durante le audizioni sull’aggiornamento del Piano, indette dalle Commissioni riunite Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII) e Attività produttive, commercio e turismo (X) di Camera e Senato. I punti salienti degli interventi Anev, Greenpeace e Proxigas.
Le proposte di aggiornamento del PNIEC
Si avvicina la data (giugno 2024) entro cui l’Italia dovrà presentare alla Commissione europea la versione definitiva del PNIEC, il Piano integrato per l’energia e il clima 2021-2030. Allo scopo di accelerare il processo di aggiornamento del Piano, e ascoltare tutti i player del settore tenendo fede alle raccomandazioni UE, le Commissioni riunite Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII) e Attività produttive, commercio e turismo (X) di Camera e Senato hanno indetto delle audizioni mirate. Assoidroelettrica, Associazione Italiana Nucleare, AIGET – Associazione italiana di grossisti di energia e trader, E.ON, Greenpeace, Proxigas e ANEV, l’Associazione Nazionale per l’Energia del Vento alcune delle realtà interpellate, ognuna delle quali ha espresso la propria opinione su obiettivi e investimenti presenti nel Piano, con un occhio di riguardo al phase out dai combustibili fossili. L’opinione prevalente è però quella che si sia ancora molto lontani dagli obiettivi prefissati per decarbonizzare il Paese. Di seguito elenchiamo i punti salienti degli interventi Anev, Greenpeace e Proxigas.
Aree idonee, sportello unico e normativa sul permitting
Riordino della normativa sul permitting nel cosiddetto Testo Unico per le procedure in materia di energie rinnovabili, istituzione dello Sportello Unico Digitale per le Energie Rinnovabili (SUDER), definizione delle aree idonee per l’installazione delle FER, con particolare focus sull’accelerazione dei procedimenti autorizzativi, la progettazione efficace e funzionale delle aste con CfD asset-based, nonché sull’adozione del piano di gestione dello spazio marittimo per l’inserimento degli impianti eolici offshore.
Sono questi gli interventi principali che, secondo l’ANEV, l’Associazione Nazionale Energia del Vento, consentirebbero di affrontare al meglio le criticità che nel Bel Paese rischiano di compromettere gli obiettivi in ambito eolico e FER.
“È urgente semplificare le procedure autorizzative a tutti i livelli e concludere il processo di individuazione delle Aree Idonee / di accelerazione di concerto con le Regioni. Ad oggi tempi e struttura del permitting non sono adeguati a quanto prescritto dal Regolamento del Consiglio Europeo (n. 2577/2022, prorogato con Regolamento 223/2024) e dalla (recependa) Direttiva sulle Rinnovabili RED III” si legge nella memoria presentata dall’Associazione, soffermatasi, in particolare, sulla necessità di non introdurre ulteriori complicazioni al rilascio delle autorizzazioni, già ostacolato dalla complessità della normativa vigente.
Trasporti
Greenpeace ha invece affrontato il tema dei trasporti, specificando che in questo ambito il PNIEC non fa dell’elettrificazione la principale priorità del settore. Più nel dettaglio, in merito a biocarburanti e idrogeno verde la onlus ha chiesto di:
• azzerare il contributo dei biocombustibili di prima generazione; escludere i grassi animali della categoria 3 dall’elenco dei biocarburanti che possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi RED nei trasporti; mantenere il tetto dell’1,7% per i biocarburanti prodotti da UCO e grassi animali;
• aumentare la quota dei Renewable Fuels of Non-Biological Origin (RFNBO) al 2% (con l’applicazione di moltiplicatori), ma destinarli esclusivamente alla decarbonizzazione dell’aviazione e del trasporto marittimo;adottare una tabella di marcia dettagliata per l’eliminazione di 22,5 miliardi di euro di sussidi dannosi per l’ambiente che alterano i prezzi di mercato a favore delle tecnologie fossili;
• utilizzare i proventi dei mercati del carbonio per provvedere finanziamenti pubblici alla produzione di idrogeno verde e di e-fuel, destinando il 25% dei ricavi generati dall’ETS all’aviazione e al trasporto marittimo.
GAS
Proxigas, l’Associazione nazionale industriali del gas, a differenza delle altre realtà presenti, ha invece posto l’accento sulla necessità di adottare una visione integrata del sistema energetico, in modo da permettere al mercato gas e a quello elettrico di operare in sinergia e complementarità. Secondo l’associazione di settore, tale visione è essenziale per abilitare una sempre maggiore penetrazione delle FER nel nostro sistema energetico e garantire al tempo stesso la stabilità e il bilanciamento della rete. Al fine di raggiungere tale obiettivo, “una leva – si legge nel documento presentato – potrebbe essere il mercato dei Power Purchase Agreement, e l’istituzione di un’apposita piattaforma di scambio, così come la gestione centralizzata delle garanzie e del settlement e l’implementazione di meccanismi di marginazione.
Sviluppo accumuli
Infine, con riferimento allo sviluppo degli accumuli, elemento fondamentale ai fini della sicurezza e della flessibilità del sistema energetico, Proxigas ha proposto un approccio non focalizzato unicamente sugli accumuli elettrici, ma aperto anche alle soluzioni basate sull’integrazione tra i settori elettrico e gas. L’associazione ha quindi suggerito misure che permettano di sviluppare forme di stoccaggio in energia molecolare, ovvero soluzioni in grado di gestire la flessibilità anche a livello stagionale, come previsto dalla Comunità europea. In linea con tale approccio, sarebbe coerente sostenere tecnologie come il power to gas, che permette non solo di stoccare, ma anche di reimpiegare l’energia elettrica in eccesso prodotta da FER attraverso la produzione di idrogeno o metano sintetico.