L’azienda D-Orbit testerà l’innovativo propulsore a fusione nucleare FireStar Drive, che promette di offrire il 50% di spinta in più per le missioni spaziali. Possibile dunque ottenere in questo modo anche prestazioni migliori?
FireStar Drive
Per la buona riuscita delle missioni spaziali, è importante avere a disposizione propulsori elettrici che garantiscano spinte elevate, a degli ottimi livelli di efficienza energetica. Partendo dalle proprietà offerte dai motori che utilizzano il plasma per funzionare, la società RocketStar ha progettato il primo modello alimentato a fusione nucleare, e chiamato FireStar Drive.
La prima al mondo a testarlo sarà l’azienda aerospaziale italiana D-Orbit, a bordo del suo cargo trasportatore di satelliti che è stato anche inviato a Cape Canaveral, la famosa base spaziale in Florida.
ION Satellite Carrier
Il nome ufficiale dell’innovazione è ION Satellite Carrier, e parliamo di un’innovazione in grado di rilasciare con precisione microsatelliti nella posizione di destinazione, grazie alla capacità di effettuare complesse manovre orbitali.
Essendo il primo satellite cargo a livello globale, è prova di grande soddisfazione per l’azienda italiana, tra le più importanti nel settore New Space. La nuova sfida adesso è dimostrare le grandi capacità di FireStar Drive, che costituisce un’autentica rivoluzione.
‘Plasma a regime pulsato’
La tecnologia messa a punto da RocketStar è infatti unico nel suo genere, e appartiene a una tipologia di propulsori agli ioni denominata ‘plasma a regime pulsato’, con una spinta data dalla generazione di particelle cariche nello spazio grazie a un particolare sistema elettrostatico.
Nello specifico, il funzionamento prevede di aggiungere dell’acqua borata nello scarico del motore, aspettando poi che, dalla ionizzazione del vapore acqueo, si generino dei protoni ad alta velocità. In vista di quelli che sono gli obiettivi da raggiungere sull’esplorazione spaziale, di certo una soluzione come questa potrebbe fare la differenza.
Uno dei principali attori nella nascente economia dello spazio
Il vero elemento innovativo è dato dunque vapore acqueo miscelato con atomi di boro, anche se è poi la collisione tra i protoni che scatena il processo di fusione nucleare.
In questo contesto, l’italiana D-Orbit sta emergendo di certo come uno dei principali attori nella nascente economia dello spazio, essendo in grado di fornire servizi di trasporto in orbita unici per il posizionamento dei satelliti. Di recente, sta anche lavorando a compreso un innovativo sistema di cloud computing situato direttamente nello spazio.