I nuovi dati di Unem relativi al consumo di petrolio per il primo bimestre dell’anno, con un aumento dei consumi totali a quasi 9 milioni di tonnellate, soprattutto determinati dalla domanda di carburanti per automobili, mezzi agricoli e mezzi aerei.
Petrolio, i consumi di gennaio e febbraio 2024
Durante i primi due mesi dell’anno in corso, i consumi di petrolio in Italia sono cresciuti del +2,6%, a circa 8,9 milioni di tonnellate rispetto allo stesso periodo del 2023. In calo, invece, il consumo per il riscaldamento e nel settore agricolo. I dati sono stati diffusi dall’Unem, l’Unione energia per la mobilità.
Se crescita c’è stata, quindi, lo si deve al maggior consumo di benzina (+18%), di gasolio (+1%) e di jet fuel (+1%).
Come spiegato nel documento pubblicato dall’associazione, “nel primo bimestre 2024, in base ai primi dati provvisori, i consumi totali sono cresciuti del 2,6% rispetto allo stesso periodo 2023, grazie in particolare al buon andamento della mobilità stradale e al ritorno ai livelli storici del trasporto aereo che, insieme, hanno superato di oltre 430.000 tonnellate i volumi dello stesso periodo dell’anno precedente. I carburanti autotrazione hanno rilevato un bimestre positivo, con la benzina a 1,2 milioni di tonnellate (+8,6%, +99.000 tonnellate) e il gasolio motori a circa 3,7 milioni (+5,4% +188.000 tonnellate), grazie al contributo determinante del canale extra-rete (+10,9% +175.000 tonnellate)”.
Altri punti chiave per comprendere questo mercato, sono relativi ai consumi industriali e alla mobilità privata.
Attività industriali e mobilità privata
Nel primo bimestre 2024 il miglioramento delle attività industriali ha spinto consumi sia di quelli di raffineria (+2,2%) che per la produzione di energia elettrica e termica (+7%). Resta invece negativa la carica petrolchimica netta (-9,3%) e il gasolio riscaldamento (-2,1%), mentre appare in ripresa il bitume (+7,6%).
Passando alle automobili, le nuove immatricolazioni hanno evidenziato una crescita dell’11,7% rispetto allo stesso periodo 2023. Le auto a benzina hanno rappresentato il 30,7% del totale (era il 26,3% nel 2023), quelle a gasolio il 15,3% (era il 19,1% nel 2023), mentre le elettriche ibride HEV si sono attestate al 37,9% (era il 36,6% nel 2023).
Quanto alle altre alimentazioni, nel periodo considerato il peso delle auto a gpl è stato del 10,2%, a metano dello 0,2%, quello delle elettriche ricaricabili del 7,6% (stessa percentuale nel 2023), di cui 3,1% PHEV/Plug-in e 4,5% le auto a batteria BEV.
Come si è chiuso il 2023
Nell’intero 2023, i consumi totali si sono ridotti dell’1,5% rispetto al 2022, in larga parte per la forte flessione della petrolchimica (-488.000 tonnellate), dei bunker navali (-206.000) e dei consumi di olio combustibile per la termoelettrica (-255.000), nonostante il sostegno della mobilità stradale e la ripresa del trasporto aereo che insieme hanno superato di quasi 650.000 tonnellate i volumi dello stesso periodo dello scorso anno.
La benzina, con quasi 8,2 milioni di tonnellate (+3,8%, +300.000 tonnellate), ha trainato i carburanti compensando in parte la diminuzione del gasolio motori, in calo dell’1,9% (-447.000 tonnellate) con una forte flessione del canale extra-rete (-3,8%).
Calano i consumi energetici del Paese e toccato il minimo storico petrolio, gas e carbone
Secondo l’Analisi del sistema energetico italiano realizzata dall’Enea e relativa all’intero 2023, risulta che il petrolio è tornato a essere ampiamente la prima fonte energetica per l’Italia, con il 35% del totale, ma, si legge nel documento, nell’insieme, la quota di domanda coperta dalle fonti fossili – petrolio, gas e carbone – ha segnato il minimo degli ultimi 50 anni (71%).
Il calo della domanda, secondo l’Agenzia, è legato prevalentemente a fenomeni non strutturali, “come la diminuzione dei consumi di gas per riscaldamento nel primo trimestre 2023, dovuti a un inverno molto mite, al Piano nazionale di contenimento dei consumi e ai prezzi dell’energia ancora alti, ma anche alla contrazione della produzione industriale che ha toccato punte quasi drammatiche in alcuni settori energivori, scendendo sotto i livelli del 2020“.
L’unico settore in controtendenza, anche qui confermato, sono i trasporti, con una domanda di energia tornata a crescere ai livelli pre-crisi (+2%) sulla spinta del comparto aereo (+20%).
Meno CO2 nel 2023
Ne consegue una diminuzione delle emissioni di CO2 (-8%), che è imputabile al minor utilizzo di fonti fossili: “oltre i tre quarti del calo si è registrato nei settori Ets (generazione elettrica e industria energivora), le cui emissioni sono stimate in calo del 16%, il resto è riconducibile alla contrazione dei consumi di gas nel settore civile (non-Ets), le cui emissioni sono stimate in calo del 3%”.