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Idrogeno, l’impianto di produzione DRI in Giappone che sfrutta tecnologie italiane

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La corporation giapponese Nippon Steel vuole utilizzare la tecnologia delle aziende italiane Tenova e Danieli per realizzare il primo impianto di produzione di DRI alimentato a idrogeno. L’obiettivo è condurre delle sperimentazioni, cercando di capire se è possibile ottenere dell’acciaio decarbonizzato.

La produzione di DRI

Quando parliamo di produzione di DRI (Direct Reduced Iron) intendiamo quel processo siderurgico che coinvolge la riduzione diretta del minerale di ferro, per produrre il metallo in modo totalmente diverso utilizzando dei gas come l’idrogeno. L’intento? Rendere il processo il meno impattante possibile per l’ambiente.

Si tratta dunque di un’alternativa al classico utilizzo dell’altoforno, fortemente inquinante. La DRI invece, è generalmente considerata più ecologica, sia perché richiede meno energia, e sia perché è responsabile di meno emissioni di anidride carbonica.

Sarebbe dunque un errore considerare tale processo al 100% green, e allora ci si chiede: sarà mai possibile arrivare prima o poi a una totale decarbonizzazione dell’industria siderurgica?

L’interesse per le tecnologie italiane Tenova e Danieli

A porsi questa domanda sono diversi player internazionali come Nippon Steel, principale produttore di acciaio del Giappone che vorrebbe diventare ‘carbon free’ entro il 2050, proprio grazie all’utilizzo dell’idrogeno. Tali ambizioni, per quanto difficili appaiano, di certo non sorprendono, in quanto perfettamente in linea con gli obiettivi del governo di Tokyo.

E a tal proposito dunque, l’H2 sembrerebbe essere davvero l’unica via praticabile, nonostante il percorso sia molto lungo e necessiti di tanto studio, ricerca e sviluppo. La Nippon Steel però, è la prima industria della Nazione asiatica a voler avviare davvero una sperimentazione di questo tipo, mostrando interesse per la tecnologia italiana di Tenova e Danieli.

Sistema ENERGIRON

Parliamo del sistema ENERGIRON, messo a punto dalle due aziende del Belpaese e scelto già da diversi attori globali in Cina, Germania, Canada e Olanda.

Ma in cosa consiste? Permette di utilizzare il gas naturale quale l’idrogeno come agente riducente per il processo DRI, ottenendo così un semilavorato dal quale viene ricavato l’acciaio utilizzando dei forni elettrici, per passare poi a delle miscele con idrogeno fino al 100%, a seconda della disponibilità del vettore.

Sfruttando tale innovativa soluzione, il gigante giapponese vuole realizzare il suo primo impianto pilota di questo genere nel Paese, pensando anche di poter utilizzare non solo l’H2 ma anche altri tipi di gas naturale o miscele, sempre a seconda delle risorse a disposizione. L’importate è arrivare alla fine a un risultato ottimale, che sia il meno inquinante possibile.

Un sistema di sequestro della CO2

In tale ottica, Tenova è pronta a fornire alla Nippon Steel anche un sistema di sequestro della CO2, per ridurre ancor di più le emissioni e per rafforzare i benefici già derivati dalla tecnologia ENERGIRON, al momento la soluzione più adottata per impianti di DRI sul mercato, e al 100% italiana.

Per quanto sia comunque necessario rendere l’industria siderurgica il più sostenibile possibile, parliamo di un settore davvero complesso da adattare al cambiamento, con davanti un futuro che resta ancora un enigma per tutto il 2024 e gli anni a seguire.

Tanti problemi che i produttori di acciaio hanno dovuto affrontare

Le sue prospettive di crescita dipenderanno infatti dalle tensioni internazionali, con un 2023 caratterizzato da tanti problemi che i produttori di acciaio hanno dovuto affrontare, per i conflitti prima in Ucraina e poi in Medio Oriente, e anche per i continui scontri tra Usa e Cina.

L’anno scorso infatti, si è chiuso con una produzione globale del metallo di 1,85 miliardi di tonnellate, in calo dello 0,1% rispetto al 2022. Cosa accadrà d’ora in avanti? Con le regole stringenti imposte da Bruxelles e con la speranza di superare tutti gli ostacoli legati all’alternativa dell’idrogeno green?

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