Si è conclusa la consultazione pubblica aperta dal Mase per definire gli incentivi tariffari sulla produzione di idrogeno a basse emissioni. Imprese e associazioni italiane hanno mostrato grande interesse, con oltre 40 operatori che hanno manifestato la propria opinione.
La consultazione
La consultazione avviata a fine gennaio 2024 allo scopo di definire gli incentivi volti a promuovere la produzione di idrogeno rinnovabile è stata un successo per il Mase, considerando la risposta ricevuta da ben oltre 40 operatori del settore.
In particolare, imprese e associazioni interessate avevano tempo fino al 4 marzo per inviare osservazioni e pareri sui contenuti dello schema di decreto del governo, pensato per incentivare l’utilizzo del vettore energetico. Si tratta di un provvedimento fondamentale per l’intero Paese, e l’unico che possa, in un certo qual modo, stimolare l’uso del carburante prevedendo delle agevolazioni.
Cosa succederà
Adesso che la consultazione è stata chiusa, cosa succederà? Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), con il supporto del GSE, ha già avviato l’analisi dei pareri e delle proposte formulate dagli operatori, con l’obiettivo di predisporre uno schema condiviso che dovrà essere poi sottoposto alla direzione generale (DG) della Concorrenza della Commissione Europea.
L’Esecutivo Ue infatti dovrà verificare la compatibilità della bozza di decreto con la disciplina sugli aiuti di Stato, e si punterà a soddisfare quelli che sono da sempre gli obiettivi del Blocco sul tema, come la creazione di un sistema di infrastrutture appositamente dedicate all’idrogeno, una rete europea di gestori di rete per l’H2 e un sistema di scambi comuni con Paesi terzi.
Gli impianti ammessi agli incentivi
Ciò che sarà deciso sarà comunque significativo in vista delle future ambizioni da raggiungere sul tema e considerando l’ultima proposta di aggiornamento del PNIEC (Piano Nazionale Integrato Clima ed Energia) del 2023, che rivede l’ambizione delle linee guida in 250.000 tonnellate annue di combustibile pulito da generare al 2030, con almeno l’80% della domanda prodotta dal territorio nazionale.
Non si sarà ancora quale sarà la risposta della DG della Concorrenza della Commissione, ma tra gli impianti ammessi agli incentivi è probabile che ci saranno non solo quelli dedicati alla produzione di idrogeno verde ottenuto mediante elettrolisi, ma anche quelli legati alla generazione di bioidrogeno (ottenuto da fonti biogeniche come biogas, biomasse o biometano), e alla conversione in H2 verde di altri vettori energetici come l’ammoniaca.