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L’IA per stabilizzare la fusione nucleare. L’algoritmo della Princeton University

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Un team di ricercatori della Princeton University ha utilizzato l’intelligenza artificiale per stabilizzare il processo di fusione nucleare. Si tratta di un nuovo algoritmo che promette di rivoluzionare il campo dell’energia atomica.

La scoperta del team

La scoperta del team di ricercatori della Princeton University potrebbe portare dei grandi progressi nel campo dell’energia atomica, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Si tratta di un nuovo algoritmo in grado di prevedere le possibili instabilità legate al processo della fusione, consentendo un controllo più preciso e dinamico del sistema.

In questo modo infatti, si ha la possibilità di avere a disposizione dati reali importanti, che aiutano a prendere le scelte necessarie al fine di gestire al meglio un processo molto delicato, sempre più oggetto di interesse internazionale.

Generare energia senza emettere scorie radioattive nocive

A differenza della fissione infatti, che comporta la divisione di nuclei atomici e può essere dannosa per l’uomo e l’ambiente, in questo caso è possibile generare energia senza emettere scorie radioattive nocive.

Per questo, tale sistema è considerato non solo più green ma uno degli strumenti essenziali da adottare da qui ai prossimi anni. Tuttavia, ci sono ancora delle importanti sfide da superare nel settore, e di certo la gestione del plasma rientra tra queste.

Utilizzare la IA

L’algoritmo però messo a punto dal team americano potrebbe aiutare ad affrontare tali problematiche, che compromettono purtroppo l’intera stabilità del reattore e la sicurezza stessa del suo funzionamento. Secondo Azarakhsh Jalalvand infatti, co-autore dello studio, utilizzare la IA permette di mantenere una reazione ad alta potenza e prevenire situazioni che potrebbero poi rivelarsi incontrollabili.

Inoltre, tale metodo innovativo sperimentato dai ricercatori si adatta facilmente alle condizioni mutevoli dello plasma stesso, offrendo davvero una sicurezza senza precedenti sul risultato finale.

Prospettive future

È lecito chiedersi: quali sono le prospettive future di tale applicazione? Di certo parliamo di un’innovazione che potrebbe espandersi e migliorarsi con la crescita sempre più inarrestabile dell’intelligenza artificiale.

Se davvero dovesse andare così, tutto questo potrebbe anche consentire una maggiore comprensione del fenomeno della fusione, considerato una delle soluzioni più promettenti in vista dei prossimi obiettivi di transizione energetica al 2050.

Ma non è finita qui. Avendo una più solida conoscenza dell’algoritmo si potrebbero poi costruire dei reattori più efficienti, oltre che economicamente vantaggiosi, aprendo ulteriori porte al futuro di un modo di generare energia nucleare che ha già raggiunto traguardi importanti.

Non è la prima volta

Non è la prima volta però che si pensa di sfruttare i benefici del progresso tecnologico per contrastare le sfide del settore. Anche alcuni ricercatori del Politecnico di Losanna e dell’azienda inglese DeepMind hanno sviluppato un algoritmo simile in grado di controllare il plasma negli impianti.

Lo studio è stato anche pubblicato sulla rivista scientifica Nature, con l’obiettivo di massimizzare la produzione elettrica super superare soprattutto i problemi inerenti il confinamento del gas nel reattore. Anche in questo caso, i risultati sono stati sorprendenti, e sottolineano dunque come la IA, anche in questo campo, potrebbe portare a dei progressi importanti.

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