Secondo l’ultima indagine condotta da The European House Ambrosetti, il 64,1% degli italiani ha informazioni scarse, generiche o nulle riguardo al concetto di Smart Building e solo il 6,8% è a conoscenza dell’attuale obsolescenza rinvenibile nell’80% degli edifici presenti nel Paese.
Un patrimonio immobiliare obsoleto
Il patrimonio edilizio italiano, con l’81,4% degli edifici costruito prima del 1990, è decisamente obsoleto. Buona parte degli edifici che risultano scarsamente ottimizzati, sia in termini di efficienza energetica, sia per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie smart. Gli italiani, tuttavia, sembrano non averne piena consapevolezza, mostrando una profonda ignoranza in merito al significato di edificio intelligente. La maggior parte delle persone associa gli Smart Building quasi esclusivamente alle tematiche dell’efficienza energetica, come il risparmio di energia (30,2%) e la riduzione delle emissioni di CO2 (26,4%). Una visione “parziale” che si riflette direttamente sui vari comparti di una filiera che coinvolge circa 350 mila aziende attive e 626 mila occupati.
Il 64% degli italiani non sa cosa sia un edificio intelligente
Secondo un’indagine condotta da The European House Ambrosetti, dipende anche dalla scarsità delle informazioni in circolo. Il 64,1% degli italiani disporrebbe di notizie scarse, generiche o nulle riguardo al concetto di Smart Building e solo il 6,8% è a conoscenza dello stato attuale degli edifici nel Paese. La scarsa percezione del problema da parte della cittadinanza rappresenta indubbiamente un grosso freno per l’adeguamento del patrimonio immobiliare alle esigenze di transizione, ecologica ed energetica, tracciate dalla comunità internazionale.
L’efficientamento energetico degli edifici
La conversione degli edifici in ottica smart consentirebbe di abilitare una riduzione del 20-24% dei consumi energetici e del 4-5% di quelli idrici. Un percorso di decarbonizzazione che miri a raggiungere gli obiettivi proposti nell’Agenda 2030 non può, quindi, prescindere dall’impegno del Paese nella riqualificazione e rinnovamento degli edifici. Oggi, in Italia, l’opportunità è però evidentemente frenata dalla percezione di diversi ostacoli.
I principali ostacoli percepiti
I principali ostacoli percepiti riguardo la diffusione dell’edilizia smart, sono i costi elevati delle tecnologie, la difficoltà ad accedere agli incentivi e la complessità degli iter autorizzativi. Ad esempio, in base ai dati riportati dallo studio, oltre 1/4 dei cittadini pensa che tecnologie e interventi siano troppo costosi (26,9%), mentre il 20,3% lamenta difficoltà di accesso agli incentivi. A denunciare l’eccessiva lunghezza dei tempi di realizzazione, anche a causa degli iter, è un residuo 17,8%.
Quattro macro tematiche chiave
Le risposte dei cittadini alla survey hanno permesso di individuare quattro macro-tematiche chiave nel rapporto tra gli italiani e le questioni relative al proprio patrimonio immobiliare e a quello del Paese. Tra le principali questioni legate alla propria area di residenza, quella abitativa risulta una delle principali aree di interesse per i cittadini: infatti, tra le prime 10 preoccupazioni indicate sono ben cinque quelle riguardanti il proprio contesto abitativo, tra cui il costo della vita (42%; al primo posto), la sicurezza (29%), la pianificazione urbana (25%), il cambiamento climatico (22%) e l’abitabilità ed efficienza degli edifici (19%). Nello specifico, per quanto riguarda il costo della vita, più dell’80% degli italiani si definisce molto o decisamente preoccupato per l’aumento dei costi relativi alla gestione degli edifici.