La prima caldaia domestica completamente a idrogeno. Le speranze? Raggiungere i target stabiliti dall’Unione Europea grazie a un nuovo prodotto sostenibile, ma che presenta dei pro e dei contro ai quali prestare attenzione.
Caldaia domestica a idrogeno
Quando parliamo di caldaia domestica a idrogeno, ci riferiamo a un prodotto che estrae H2 dall’acqua per avere il combustibile allo staso gassoso e avviare, tramite un bruciatore catalitico, un processo di ossidazione. A questo punto, il carburante si combina con l’ossigeno dell’aria generando calore e dunque energia termica. Ma come ottenere tale risultato?
La tecnologia va collegata all’impianto idraulico anziché a quello a gas, considerando il ruolo primario dell’acqua per il processo. L’energia prodotta, ottenuta anche per mezzo di turbine azionate dal vapore, viene poi immagazzinata all’interno di batterie, in modo da poter essere utilizzata sia di giorno che di notte.
Maggiore rispetto per l’ambiente
Queste caldaie potrebbero diventare le soluzioni di riscaldamento del futuro, se solo proseguiranno gli studi sul loro funzionamento e se saranno dimostrate sempre di più con il tempo le elevate prestazioni del sistema.
A livello di efficienza energetica in realtà, non c’è molta differenza con una caldaia a condensazione tradizionale; quello che cambia però, è un maggiore rispetto per l’ambiente e dunque un contributo alla sostenibilità e alla transizione.
Di certo, quando si parla di utilizzo dell’idrogeno bisogna sempre prestare attenzione e affrontare il tema con molta delicatezza, considerando il dibattito sempre accesso sull’uso del combustibile in modo green.
Pro e contro
La sfida di sfruttare infatti l’H2 dalle rinnovabili in più settori è sempre aperta e mira a traguardi sempre più importanti, anche se al momento ancora troppo lontani. Negli edifici per esempio, potrebbe essere parte integrante del mix energetico, valutandone però sempre pro e contro.
Riguardo i benefici, quello più evidente è la riduzione delle emissioni di gas serra, una maggiore efficienza energetica all’interno delle abitazioni e la possibilità di essere immagazzinato più facilmente. Basta infatti pensare che 1 kg di idrogeno può produrre una quantità d’energia pari a 2,8 kg di benzina, rappresentando tra l’altro una fonte inesauribile.
Dall’altra parte però, non si può non prendere in considerazione che gli apparecchi non possono usare al 100% l’idrogeno, e che dunque hanno bisogno di essere integrati con altri prodotti per offrire i risultati sperati. Bisognerebbe dunque ancora lavorare sull’aspetto legato alla sostenibilità e anche alla sicurezza di tali tecnologie, considerando anche che parliamo di un elemento altamente infiammabile.
Il primo al mondo made in Italy
Infine, non si può trascurare l’elevato costo dell’impianto, che può arrivare fino a 10.000 euro per il riscaldamento di un’abitazione di 107 mq, ai quali si aggiungono le ulteriori spese per la manutenzione.
Nonostante ciò, si prevede per i prossimi anni uno sviluppo di questo genere di impianti, con il primo al mondo made in Italy prodotto dalla società E.HY. Energy Hydrogen Solution di Pisa.