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Decarbonizzazione, per la Commissione europea è necessario ridurre le emissioni del 90% al 2040

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La Commissione europea presenta una raccomandazione per l’obiettivo di riduzione delle emissioni da qui ai prossimi anni, in modo da procedere nella giusta direzione verso la neutralità climatica al 2050.

La raccomandazione

La raccomandazione presentata dalla Commissione europea non è altro che una valutazione d’impatto dettagliata sui possibili percorsi da intraprendere per soddisfare gli obiettivi europei da qui ai prossimi anni. Per l’Esecutivo Ue, bisogna ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 90 % entro il 2040, almeno rispetto ai livelli del 1990, avviando nello specifico una discussione con tutte le parti interessate.

Il documento poi, stabilisce una serie di condizioni politiche abilitanti necessarie per raggiungere tali target: riguardo le emissioni, bisognerebbe arrivare almeno al 55% al 2030, senza dimenticare l’importanza della Direttiva Red 3 sulle rinnovabili, ed è inoltre importante garantire la competitività dell’industria europea e le  condizioni di parità da mantenere con i partner internazionali.

I costi del cambiamento climatico e l’importanza del Green Deal

L’altra osservazione di Bruxelles riguarda i costi del cambiamento climatico, e anche l’impatto delle azioni dell’uomo, con i danni economici stimati in 170 miliardi di euro negli ultimi cinque anni. Questo è dunque un altro allarme lanciato dalla Commissione Ue, per la quale se il riscaldamento globale dovesse peggiorare, si potrebbe ridurre il Pil europeo di circa il 7% entro la fine del secolo.

La raccomandazione evidenzia anche l’importanza del Green Deal, che deve diventare un accordo di decarbonizzazione industriale basato su punti di forza esistenti come l’eolico, l’idroelettrico e gli elettrolizzatori.

Nella visione di un’economia circolare, si stima anche che l’investimento medio annuo nel sistema energetico, escluso l’ambito dei trasporti, dovrebbe aumentare in Europa fino a circa 660 miliardi di euro nel periodo 2031-2050, rappresentando circa il 3,2% del Pil. Sulla mobilità invece, si scommetterà tanto nei prossimi anni, con cifre che dovrebbero arrivare anche a 870 miliardi di euro.

Catturare e stoccare la CO2

Con la sua valutazione d’impatto, la Commissione europea vuole dunque aiutare l’industria, gli investitori, i cittadini e i governi a prendere decisioni importanti in questo decennio. Bisogna però precisare che tale comunicazione ha solo valore orientativo, senza fissare nuovi obiettivi settoriali.

Lo scopo ultimo dunque, è avviare il dibattito politico e dare la giusta direzione da seguire dopo il 2030 alla prossima Commissione e al nuovo Parlamento europeo, che verranno a costituirsi in seguito alle elezioni europee di giugno.

Tra i punti focali qui quali lavorare, rientra lo sviluppo di tecnologie per catturare e stoccare la CO2, un miglioramento dell’occupazione e della qualità del lavoro e anche una riqualificazione delle competenze necessarie. Proseguendo su questa strada, si prevede che il settore energetico conseguirà la piena decarbonizzazione subito dopo il 2040, proprio grazie alle varie soluzioni green messe in campo.

Sul nucleare?

Secondo tale visione, la transizione dovrà dunque essere caratterizzata da una forte attenzione per equità, solidarietà e politiche sociali. Ma sul nucleare invece?

La Commissione europea ha lanciato anche l’alleanza industriale sui piccoli reattori modulari (SMR), volta a migliorare la competitività industriale e garantire una forte catena di approvvigionamento in Europa. In che modo? Accelerandone la realizzazione entro l’inizio del 2030.

L’Esecutivo però non fornisce misure da applicare sul tema dell’agricoltura, nonostante le proteste che si stanno estendendo in tutto il blocco. Viene solo sottolineato che, come in tutti gli altri settori, anche questo è un campo importante nel raggiungimento delle ambizioni climatiche, ma cosa fare per ridurne le emissioni?

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