Secondo un’analisi della European Environment Agency, l’inquinamento industriale costa circa il 2% del Pil dell’Unione Europea. Tuttavia, grazie allo sviluppo delle rinnovabili e a una graduale riduzione delle emissioni, l’impatto è diminuito nell’ultimo decennio.
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Il report
Nel report della European Environment Agency (EEA) si evidenzia come l’inquinamento atmosferico rappresenti ancora un grande problema a livello globale, legato soprattutto alle attività delle grandi industrie. In Germania e Polonia, per esempio, si trovano già 9 dei 50 siti più ‘pericolosi’ per il Blocco europeo, con un elevato impatto dovuto soprattutto alle centrali a carbone.
Per fortuna, secondo quanto dichiarato lo scorso ottobre dal ministro dell’Economia e della Protezione del clima tedesco, Robert Habeck, questi impianti verranno spenti proprio entro quest’anno, non appena saranno pronti i terminali per il gas naturale liquefatto (Gnl) in costruzione nel Paese.
Questo, nel raggiungimento dei prossimi obiettivi 2030 e 2050, sarà fondamentale considerando che il carbone è responsabile di oltre il 45% delle emissioni di gas serra nel mondo.
Il 2% del Pil dell’Unione
Nello studio si sottolinea anche che, l’inquinamento industriale costa circa il 2% del Pil dell’Unione, con un valore però diminuito di circa un terzo nell’ultimo decennio (-33% dal 2012 al 2021). Le ragioni? Sono legate anche alla crescita delle rinnovabili, alla produzione di combustibili più green e allo sviluppo di nuove tecnologie a supporto della decarbonizzazione.
Con il suo aggiornamento 2024 comunque, l’Agenzia rivela dunque l’impatto di almeno 10.000 grandi impianti europei, con costi consistenti compresi tra 268 e 428 miliardi di euro all’anno, ma spiegando anche che si stanno compiendo importanti passi in avanti per raggiungere valori sempre più in calo.
Il contributo del settore energetico
In questo quadro, è evidente come il contributo del settore energetico sia fondamentale e impattante per circa l’80% nella diminuzione totale delle emissioni, e questo anche per le azioni messe in campo dall’Ue e dai vari Stati membri.
Il Green Deal per esempio, come sottolineato dalla EEA, ha promosso un’industria europea più verde e digitale, rafforzando la Direttiva sulla qualità dell’aria e promuovendo anche il nuovo regolamento sul portale delle emissioni industriali (IEPR), allo scopo di avere un’economia circolare più rispettosa dell’ambiente.
Cosa ci si aspetta adesso?
Cosa ci si aspetta adesso? La European Environment Agency pubblicherà, insieme alla Commissione Ue, il secondo rapporto sul monitoraggio e le prospettive di un inquinamento ‘zero’ nel corso dell’anno, per capire e analizzare i progressi fatti.
Anche in Italia per esempio, i singoli Comuni cominciano a prendere dei provvedimenti e delle precauzioni. A Riccione si stanno adottando delle misure emergenziali, per il monitoraggio e la protezione dell’aria, che entreranno in vigore proprio questo weekend, dal 27 al 29 gennaio, e includeranno obblighi e divieti da rispettare a supporto della sostenibilità ambientale.