L’energia nucleare è sul punto di una rinascita, sia in Europa che in Italia. Operando in 32 Paesi con una capacità totale di 413 gigawatt (GW), potrebbe evitare 1,5 gigatonnellate (GW) di emissioni, e, solo nel Bel Paese, creare oltre mezzo milione di posti di lavoro. É questo il quadro generale dipinto nell’ultimo report di Ernst&Young, che pone il focus sulla possibilità di raggiungere più velocemente gli obiettivi di decarbonizzazione inserendo l’energia dell’atomo nei mix energetici nazionali dei singoli Stati membri.
Con il nucleare 1,5GW di emissioni in meno
L’energia nucleare è davvero sul punto di una rinascita? L’ultimo report di EY sul nucleare mette in luce l’importanza che l’energia dell’atomo potrebbe assumere nell’accelerare la transizione green del settore energetico, limitando al massimo l’impiego dei combustibili fossili. Gli ambiziosi obiettivi Net-zero richiedono una decarbonizzazione rapida ed il nucleare, si legge nel documento, operando in 32 Paesi con una capacità totale di 413 gigawatt (GW), potrebbe evitare 1,5 gigatonnellate (GW) di emissioni, riducendo la domanda globale di gas di 180 miliardi di metri cubi (bcm) all’anno. Numeri che, nel contesto di crisi energetica mondiale, fanno ripensare al ruolo di una risorsa energetica che risulta facilmente gestibile se affiancata a fonti rinnovabili come l’eolico e il fotovoltaico.
L’impatto economico del nucleare in Italia
Secondo quanto riportato dalla società di consulenza, l’impatto economico del nucleare in Italia ammonterebbe a circa 45 miliardi di euro, con oltre mezzo milione di posti di lavoro sul territorio entro il 2050: circa 52mila assunzioni solo durante la fase di costruzione.
Il contesto europeo
L’energia nucleare è oggetto di pareri eterogenei tra gli Stati Membri dell’UE. Il Trattato Euratom, istituito nel 1957, funge da struttura giuridica fondamentale, concepita per promuovere un utilizzo pacifico dell’energia nucleare. Quest’ultimo affronta aspetti cruciali come la sicurezza, l’approvvigionamento sicuro dei materiali e le strategie di contrasto alla proliferazione. Un ulteriore elemento chiave è rappresentato anche dal Piano Strategico dell’UE per le Tecnologie Energetiche (SET), che integra l’energia nucleare all’interno di una strategia più ampia focalizzata sull’innovazione delle tecnologie a basso tenore di carbonio. In questo caso viene messa in risalto l’importanza di innovazione, ricerca e sviluppo al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali dell’UE. In sintesi quindi, l’attenzione dell’Unione Europea è attualmente focalizzata su rigorosi standard di sicurezza, politiche di gestione dei rifiuti e un attivo supporto alla ricerca, cercando di equilibrare benefici e problematiche. Allo stato attuale, su 27 Stati membri dell’UE, dodici ospitano impianti nucleari, mentre altri, inclusi Austria, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Irlanda, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia e Portogallo, non producono energia di origine nucleare.
Più nel dettaglio, i numeri registrati in Europa sull’energia nucleare sono:
- 100 reattori nucleari installati
- 97 Gigawatts di capacità installata
- Reattori presenti in 12 Stati Membri
- Il 25% della produzione totale di elettricità nell’Unione Europea è generato dall’energia nucleare.
Le aziende coinvolte nel framework italiano
Sebbene l’Italia non disponga di una produzione di energia nucleare, oggi il dibattito è tornato nuovamente in auge, con l’istituzionalizzazione della piattaforma nazionale per la produzione di energia nucleare sostenibile da parte del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). Il report fa notare tuttavia, che la collaborazione italiana tra le aziende operanti nel settore nucleare e altri partner europei e globali non si è mai interrotta. in particolare, nel contesto temporale recente, l’interesse rinnovato per l’energia nucleare ha stimolato la formazione di accordi aggiuntivi. Nel marzo del 2023, Enel ha inaugurato una partnership con Newcleo, avviando una collaborazione su iniziative legate ai reattori nucleari di quarta generazione. Nello stesso mese, Edison, in collaborazione con EDF, Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare, ha sottoscritto una lettera d’intenti per rafforzare la cooperazione volto allo sviluppo di nuovi progetti nucleari su scala europea, con prospettive di estensione anche in Italia. Anche Eni partecipa attivamente a diversi progetti sperimentali legati alla fusione nucleare, tra cui spicca l’iniziativa CFS (Commonwealth Fusion Systems), che mira a rendere operativo il primo reattore pilota entro il 2025.