Ecco il testo con i criteri e le modalità per incentivare la realizzazione, entro il 30 giugno 2026, di sistemi agrivoltaici di natura innovativa e sperimentale secondo quanto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Agrivoltaico, gli aggiornamenti
Ecco le novità contenute nel decreto sull’agrivoltaico, con le indicazioni per accedere agli incentivi per realizzare sistemi agrivoltaici di tipo innovativo e sperimentale, secondo quanto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Si tratta di aggiornamenti del decreto firmato dal ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, lo scorso 21 dicembre 2023, a seguito del via libera della Commissione europea ricevuto lo scorso maggio.
Stando alla bozza di schema generale, di cui siamo venuti a conoscenza, il documento indica “criteri e modalità per incentivare la realizzazione, entro il 30 giugno 2026, di sistemi agrivoltaici di natura sperimentale”, si legge nel testo, “per una potenza complessiva pari almeno a 1,04 GW ed una produzione indicativa di almeno 1.300 GWh/anno”.
Struttura dei contributi
Per tutti i progetti agrivoltaici che rispettano i requisiti stabiliti per decreto, si riconosce:
- un contributo in conto capitale nella misura massima del 40 per cento dei costi ammissibili;
- una tariffa incentivante applicata alla produzione di energia elettrica netta immessa in rete.
Le risorse
Complessivamente, le risorse finanziarie a sostegno del decreto sono pari a 1.098.992.050,96 euro, come previsto dall’Investimento 1.1 (Sviluppo agro-voltaico) appartenente alla Missione 2 (Rivoluzione verde e Transizione ecologica), Componente 2 (Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile), del PNRR.
Sarà poi l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) ha definire le modalità attraverso cui si troveranno le risorse necessarie per erogare gli incentivi in questione.
Il decreto rimarrà valido fino al 31 luglio 2026.
Cos’è l’agri-fotovoltaico o agrivoltaico?
Il termine agrivoltaico indica un sistema costituito da un impianto fotovoltaico posizionato su un terreno che viene utilizzato allo stesso tempo per attività agricole o per l’allevamento. Non si tratta solo di una condivisione di spazi, ma di una soluzione integrata in grado di generare benefici per entrambi i settori.
Questa compresenza di agricoltura e pannelli solari garantisce un uso efficiente e inclusivo del suolo, promuovendo al contempo il recupero di terreni abbandonati. In questo circolo virtuoso la produttività del terreno non viene in alcun modo intaccata (ma in alcuni casi aumentata, come indicano i nostri test) e lo stesso suolo viene sfruttato per due scopi differenti e complementari.
Secondo stime di Enel Green Power, nel 2021 in Italia risultavano installati circa 1 milione di nuovi impianti fotovoltaici (tra ambito agricolo, residenziale, industriale e terziario), mentre la superficie occupata da impianti a terra era di 152,1 chilometri quadrati, pari ad appena lo 0,05% del territorio nazionale.
Oggi la potenza complessiva degli impianti solari installati in Italia è di circa 25 gigawatt (GW), un numero che secondo il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) dovremmo più che raddoppiare entro il 2030, arrivando almeno a 52 GW.