Per scendere sotto le 100 sterline bisognerà attendere il 2025/2026, ma è solo un’ipotesi. Intanto, una famiglia su quattro in Gran Bretagna spenderà meno per il cibo, i vestiti e il tempo libero per affrontare bollette più alte quest’anno.
Il caro bollette nel Regno Unito non è finito
Il costo dell’energia elettrica nel Regno Unito non accenna a diminuire, se non di poco. Secondo l’analisi di Cornwall Insights, per il 2024 il costo medio della luce in bolletta si aggirerà attorno alle 113 sterline MWh per i britannici, il doppio rispetto alla media storica di 50 sterline MWh.
A dire la verità, un lieve calo di 16 sterline MWh c’è stato, rispetto al 2023, grazie ai mesi invernali iniziali e finali dell’anno passato, piuttosto miti, e a riserve di gas in Europa che hanno tenuto.
Il problema è che l’importazione di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti, per sostituire quello che non viene più dalla Russia (sanzionata per la guerra in Ucraina), costa molto di più agli europei, motivo per cui i costi energetici hanno toccato vette che non si vedevano da decenni.
Secondo l’analisi, i costi medi dell’energia elettrica in Gran Bretagna si stima scenderanno sotto le 100 sterline MWh solo tra il 2025 ed il 2026.
Venti di guerra e strategie sbagliate
Il problema è che l’importazione di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti, per sostituire quello che non viene più dalla Russia (sanzionata per la guerra in Ucraina), costa molto di più agli europei, motivo per cui i costi energetici hanno toccato vette che non si vedevano da decenni.
Qui, però, ci sono anche analisti secondo cui nell’anno della crisi, i maggiori ricavi sono andati per un 30% verso gli esportatori USA, ma per un buon 70% sono finiti nelle “pance” dei trader europei, che hanno giocato (a nostro discapito) sul marketplace di Amsterdam.
In più, il Governo britannico ha di fatto mancato l’obiettivo di aumentare il numero di impianti eolici in tutto il Paese, soprattutto offshore, mentre la domanda di energia elettrica sta aumentando costantemente per i piani di elettrificazione che invece stanno accelerando.
Di conseguenza, si legge su current-news.co.uk, il target di 50 MW di capacità eolica da raggiungere entro il 2030 sarà quasi sicuramente mancato (al contrario dell’Unione europea che invece tira dritto), con gravi ripercussioni sul portafogli delle famiglie britanniche (e delle imprese).
Senza dimenticare che i nuovi giacimenti di gas naturale scoperti nel Mare del Nord non saranno sfruttati per il conto energetico nazionale, perchè a quanto (dalla seconda lettura dell’Offshore Petroleum Licensing Bill dell’8 gennaio 2024) pare l’80% dell’energia generata sarà praticamente esportata all’estero, con ottime prospettive di guadagno per le società energetiche britanniche.
L’impatto dei costi energetici sulle famiglie britanniche
Emergenza energetica e inflazione stanno creando enormi problemi alle tasche dei consumatori. I cittadini britannici da più di due anni fanno sempre più fatica a resistere all’aumento dei prezzi dei beni primari (e non solo).
Secondo l’Aira, il 65% dei cittadini britannici continuerà a tagliare i consumi energetici per il riscaldamento, con un 7% che ha dichiarato di spegnere del tutto i riscaldamenti per evitare di ricevere bollette stratosferiche.
Una famiglia su quattro potrebbe decidere di spendere meno per il cibo e più per i riscaldamenti, ma anche per il tempo libero e i divertimenti (24%) e per l’abbigliamento (22%).
Se non cambierà il sistema energetico nazionale è probabile che comunque il costo medio per famiglia scenderà attorno alle 80 sterline MWh entro il 2029, rimanendo comunque il 40% più alto della media storica.
Da non sottovalutare, infine, l’impatto della tassa europea sulla CO2 (ETS) che potrebbe costare ai britannici (fuori dall’UE ormai) più di 500 milioni di sterline all’anno.