Negli Stati Uniti, lo scambio sul posto (SSP), ovvero la modalità di cessione dell’energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico alla rete nazionale, sta per lasciare spazio alle centrali virtuali (VPP, Virtual Power Plant), in grado di sfruttare anche l’accumulo domestico.
Lo ‘scambio sul posto’
Quando parliamo di ‘scambio sul posto’ a livello energetico, ci riferiamo al meccanismo che consente di immettere l’eventuale eccesso di elettricità prodotta da un impianto solare nella rete nazionale, al fine di poterne poi usufruire nei momenti di maggiore richiesta e meno produzione.
Si tratta dunque di un’agevolazione prevista dallo Stato, e pensata per tutti quei momenti, come la notte, durante i quali le centrali fotovoltaiche non generano energia. In questi casi, il sistema elettrico viene sfruttato come bacino di immagazzinamento ‘virtuale’, considerando che ciò che viene prodotto non si stocca fisicamente ma si scambia, in un secondo momento, con una procedura di compensazione.
Con lo sviluppo della tecnologia adesso, e della crescita legata all’uso di pannelli e batterie per l’accumulo domestico, anche le modalità di cessione/compravendita dell’energia prodotta da privati, e da parte delle società che gestiscono la rete elettrica, sta cambiando.
Negli Usa infatti, il cosiddetto scambio sul posto sta lasciando spazio alle VVP (Virtual Power Plant). Di cosa si tratta?
Centrali elettriche virtuali
Le VVP o centrali elettriche virtuali aggregano impianti diversi, tramite un sistema in cloud, in un unico meccanismo di controllo, gestione, produzione, stoccaggio e domanda. In questo modo, è possibile occuparsi in contemporanea di più di un’unità di energia elettrica presente in una stessa area, abbinate a sistemi di accumulo ben precisi.
Possono far parte di una Virtual Power Plant impianti solari, a biogas o di cogenerazione, centrali eoliche e idroelettriche, micro-reti, batterie, sistemi di riscaldamento e raffreddamento e veicoli elettrici.
I vantaggi
Parliamo di centrali molto flessibili che, con il loro supporto, possono rafforzare la sicurezza della stessa rete nazionale. Nonostante l’idea di realizzarle sia nata verso la fine degli anni Novanta, è oggi che, con un’espansione sempre più capillare delle fonti alternative, ci si è resi conto che le VVP hanno ancora ampi margini di sviluppo.
Quali vantaggi offrono? Un unico sistema di controllo permette, innanzitutto, di ottimizzare il fabbisogno dei singoli consumatori che fanno parte della stessa centrale, e possono così condividere l’energia della quale necessitano. Se, per esempio, un impianto ne sta consumando molta di più di quella che produce, è possibile comunque sfruttare l’elettricità proveniente dagli altri sistemi collegati alla VPP.
Come altri benefici poi non bisogna dimenticare che mezzi come questi permettono di risparmiare sulla produzione, ridurre le emissioni e gestire meglio sia in consumi in generale che eventuali picchi energetici.
Impianto di Porto Rico
Negli USA c’è un interesse sempre più crescente verso questo genere di tecnologie. Per Aaron Nitzkin infatti, vicepresidente esecutivo presso l’azienda californiana Citadel Roofing and Solar, il fotovoltaico domestico e le batterie possono svolgere un ruolo essenziale nel mantenimento del funzionamento della rete e nel contenimento dei costi dell’elettricità.
Anche Tesla, per esempio, ha messo in funzione a Porto Rico una centrale di questo tipo, che potrebbe anche diventare la più grande al mondo superando le altre già attive in America.
Fino a 75.000 Powerwall
L’azienda automobilistica statunitense lavora da anni sulle VVP, avviando progetti pilota in tutto il Continente. A differenza di quanto accade negli USA, dove la rete elettrica è abbastanza stabile, il nuovo impianto di Porto Rico rappresenta per i Caraibi un’iniziativa che potrebbe rendere la rete nazionale più sicura, e portare l’isola a patire di meno i picchi di consumo.
La speranza è che dunque la centrale possa un po’ risollevare la situazione e risolvere alcune problematiche della Regione, con la possibilità di sfruttare fino a 75.000 Powerwall (batterie domestiche) grazie al supporto di altre due realtà, Sunova Solar e SunRun.