Il Consiglio dei ministri spagnolo, dopo aver approvato il nuovo piano generale per la gestione dei residui radioattivi, ha deciso di chiudere le 5 centrali ancora attive sul territorio entro il 2035, al fine di concentrare tutti gli sforzi sullo sviluppo delle rinnovabili.
Abbandono graduale del nucleare
Con il nuovo piano generale per la gestione dei residui radioattivi, e dopo 8 anni di varie discussioni sul tema, il Consiglio dei ministri spagnolo prevede l’abbandono graduale del nucleare in modo da alimentare la rete elettrica del Paese per lo più da fonti di energia pulita.
Sono queste le intenzioni del primo ministro socialista Pedro Sánchez, che vuole che le centrali ancora attive vengano chiuse a partire da novembre 2027. Si inizierà con i due reattori di Almaraz, in Estremadura, per poi proseguire con quelli di Cofrentes (vicino a Valencia), Trillo (Guadalajara), Ascó e Vandellós (entrambe vicine a Tarragona), entro maggio 2035.
Più di 20 miliardi di euro
Il processo di smantellamento delle strutture costerà al governo più di 20 miliardi di euro, che verranno finanziati con le tasse pagate dalle società elettriche per il trattamento dei rifiuti pericolosi.
Le scorie meno dannose saranno trasportate in un magazzino nella provincia di Cordoba, mentre quelle più rischiose dovranno invece essere conservate in 7 depositi temporanei, con 5 ancora da realizzare, in attesa di trovare dei siti adatti per la loro permanenza.
L’ambizione della Nazione è che lo stop di tutte le centrali, che oggi generano circa il 20% dell’elettricità dello Stato, possa determinare un aumento delle rinnovabili, sulle quali la Spagna sta puntando tutto.
Una decisione discussa da tempo
Quella presa dal governo è comunque una decisione discussa da tempo. Dell’addio all’energia dell’atomo infatti, se ne parla da almeno 8 anni. Nel 2019, con un accordo preliminare ottenuto con le 3 aziende responsabili degli impianti nucleari, ovvero Iberdrola, Endesa e Naturgy, si stava per trovare un compromesso sullo stop decisivo del settore.
Sulla questione però, si opposero poi alcuni partiti e soprattutto i popolari, ed è per questo che, fino a oggi, c’è sempre stata una situazione di stallo, forse conclusa con il piano appena approvato.
Ogni centrale in via di dismissione continuerà comunque a ospitare, in modo temporaneo, il combustibile esausto, con la promessa che la Spagna si doterà di un luogo unico per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi entro i prossimi 50 anni, che sarà un deposito geologico profondo.
La situazione in Europa?
Qual è invece la situazione in Europa a livello generale? L’Italia vorrebbe salvaguardare il territorio dai rifiuti radioattivi puntando però sugli SMR, che potrebbero rappresentare una fonte energetica sicura per gli approvvigionamenti.
In tutta l’Ue comunque, l’energia dell’atomo sembrerebbe rientrare a pieno in quelle che sono le soluzioni da adottare per puntare a una decarbonizzazione totale. Ogni Stato però è libere di decidere per sé, come è stato per la Spagna. Vedremo dunque se ci saranno altri colpi di scena e punti di svolta nello sviluppo o nello stop di tale vettore energetico.