Produrre batterie al litio ossido di cobalto (LiCoO2) in modo più sostenibile ed economico. Un’innovazione giapponese.
Un nuovo sistema
Quello messo a punto da un team di ricercatori dell’Università di Hokkaido e di Kobe è un nuovo sistema per produrre batterie al litio ossido di cobalto (LiCoO2) in modo più economico e vantaggioso.
Tale materiale, utilizzato per ottenere i catodi delle classiche pile al litio, si ottiene di norma attraverso processi industriali che richiedono tra le 10 e le 20 ore di lavorazione, con delle temperature che devono raggiungere gli 800 gradi centigradi.
Gli esperti nipponici invece, hanno trovato il modo di completare l’operazione in 30 minuti e a soli 300 gradi. In che modo? Utilizzando idrossido di cobalto e di litio come elementi di partenza, e idrossido di sodio e potassio come additivi.
Mettendo poi in pratica una tecnica conosciuta come ‘sintetizzazione a idroflusso’, hanno scoperto che ne deriva alla fine un composto al litio ossido di cobalto dalle ottime prestazioni, risparmiando sui costi generali e soprattutto sulle tempistiche.
Le caratteristiche
Ma quali sono le più importanti caratteristiche di questo genere di dispositivi? Le LiCoO2 vantano sicuramene un’elevata resistenza e una ricarica rapida a basse temperature. Le versioni più recenti, aggiungendo altri metalli quali nickel o alluminio, presentano anche una migliore durata a dei prezzi più bassi.
L’approccio innovativo del team giapponese si traduce poi in un notevole risparmio energetico, rendendo la produzione di tali tecnologie più efficiente e sostenibile, e offrendo comunque proprietà elettrochimiche soddisfacenti.
Il professor Masaki Matsui, responsabile della ricerca nipponica, ha evidenziato che la presenza di molecole d’acqua nei materiali di partenza ha di certo giocato un ruolo significativo nell’aumentare la cristallinità del prodotto finale.
Questo nuovo metodo comunque potrebbe presto rivoluzionare il settore delle batterie per EV, consentendo una produzione più rapida, economica ed ecologica che potrebbe soddisfare più facilmente la crescente richiesta di veicoli a zero emissioni.