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PNIEC, Italia bocciata dall’Ue su trasporti ed efficienza energetica

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Semaforo rosso dell’Unione Europea su alcuni dei temi presentati nell’ultimo PNIEC, il piano nazionale energia e clima inviato dal Governo a Bruxelles lo scorso luglio. Nel documento di 22 pagine, l’Italia viene citata una ventina di volte, e non sempre per motivi virtuosi. In particolare, il Bel Paese viene criticato per l’assenza di una strategia chiara in materia di efficienza energetica degli edifici, contrasto alla povertà energetica, e riduzione delle emissioni di CO2.

IL GIUDIZIO DELLA COMMISSIONE

Le raccomandazioni della Commissione

La Commissione europea ha reso note le proprie osservazioni sul PNIEC, il Piano Nazionale per l’Energia e il Clima presentato dal Titolare dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, a Bruxelles lo scorso luglio. Il documento, che definisce gli obiettivi nazionali della transizione energetica al 2030, fa riferimento alla penetrazione delle fonti rinnovabili nel mix energetico nazionale, senza tralasciare argomenti chiave, come l’efficientamento degli edifici, la riduzione dei consumi e il contrasto alla povertà energetica. Da quanto si evince dalla valutazione europea, il Bel Paese nonostante l’impegno mostrato sul fronte delle rinnovabili, risulta particolarmente manchevole sul tema delle emissioni dei mezzi di trasporto, seguito da case green e povertà energetica.

Lontani dagli obiettivi Effort Sharing Regulation

Il messaggio dell’Unione Europea è inequivocabile: il PNIEC aggiornato rappresenta un passo nella giusta direzione per raggiungere gli obiettivi ambiziosi fissati dalla Comunità, ma permane un divario significativo (e non solo in Italia), soprattutto se si guarda alle emissioni dei trasporti nazionali (escluso il trasporto aereo), l’edilizia, l’agricoltura, la piccola industria e i rifiuti, che dovrebbero essere ridotte del 40% entro il 2030 rispetto ai numeri del 2005. Le proiezioni ad oggi disponibili mostrano che, con gli sforzi attuali, le emissioni diminuirebbero del 33,8% nel 2030, il 6,2% in meno rispetto all’obiettivo UE. Secondo la Commissione, solo Croazia, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia risultano coerenti con i propri obiettivi di Effort Sharing Regulation.

Semaforo rosso sulle emissioni dai trasporti

Dal bilancio di Bruxelles emerge che la maggior parte degli Stati membri, Italia inclusa, ha introdotto un’ampia gamma misure volte a decarbonizzare i trasporti. Dall’ elettrificazione dei mezzi, all’introduzione di infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali e aeroportuali, a emissioni zero. Tuttavia, la reticenza ad abbandonare politiche di sostegno all’industria dei veicoli alimentati dai combustibili fossili, registrata ad esempio in Italia, Francia, e Germania, costituisce un grosso freno al raggiungimento dei target. 

Bocciati sull’efficienza energetica degli edifici

Quello dei trasporti non è l’unico settore su cui lo Stivale è stato redarguito. Le critiche riguardano, infatti, anche la mancanza di una strategia chiara per aumentare l’efficienza energetica degli edifici. Secondo la Commissione EU, nelle ultime versioni dei rispettivi PNIEC, la maggior parte degli Stati membri fa solo riferimento agli aspetti principali dei piani di ristrutturazione a lungo termine. La raccomandazione è, dunque, quella di fornire una descrizione più chiara in termini quantitativi delle politiche e delle misure legate all’edilizia. Nello specifico, Bruxelles fa riferimento a finanziamenti, costi, impatto energetico ed ambientale.

Povertà energetica

Uno dei punti più astiosi del resoconto pubblicato dall’Organo comunitario riguarda il contrasto alla povertà energetica. Anche su questo tema, infatti, il PNIEC italiano risulta impreciso: non delinea gli obiettivi per i prossimi anni, né fa una stima di quante siano le famiglie in difficoltà con i pagamenti. 

Virtuosi su Gas e sicurezza energetica 

Il plauso della Commissione va invece alle misure adottate dal Governo Meloni in materia di sicurezza energetica. Gli ultimi due anni hanno sottolineato l’importanza della pianificazione strategica per la tutela dell’Unione, e l’Italia diversificando i fornitori, ha dimostrato di essere in linea con le aspettative. Da quanto riportato, sulla base della bozza dei piani aggiornati, la produzione nazionale di gas è destinata ad aumentare, oltre che nel nostro Paese, anche in Croazia, Romania e Slovacchia. Insieme al proposito di aumentare le capacità di stoccaggio sotterraneo, questo dato segna un passo avanti per quel che concerne le interconnessioni che rafforzeranno la sicurezza dell’approvvigionamento di gas dell’UE, ma un ritardo sulla timeline di abbandono dei combustibili fossili. Non è chiaro, fa notare la Commissione europea, come questa proroga impatterà sui piani di riduzione delle emissioni redatti dai governi in questione.

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