La Beijing Shouhang Resources Saving è il nuovo impianto cinese di energia solare-termica a concentrazione, un sistema costato 433 milioni di dollari che sfrutta specchi e sale fuso per generare energia. La centrale dovrebbe produrre 390 milioni di kilowattora di elettricità ogni anno, eliminado quasi 386.000 tonnellate di inquinamento atmosferico.
Un girasole d’argento nel deserto
Un girasole d’argento che sboccia sul Gobi. Così è stato definito il nuovo impianto solare a concentrazione sviluppato in Cina. Si tratta di un sistema costato circa 433,1 milioni di dollari e che sfrutta un principio già applicato con successo in altri Paesi (tra cui l’Italia).
Come è strutturato l’impianto Shouhang
Secondo quanto riportato dal China Daily, la Beijing Shouhang Resources Saving produce energia sfruttando i raggi del sole riflessi da migliaia di specchi. Una tecnologia innovativa considerata positivamente anche dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DOE) che ha coniato la dicitura “sistemi di energia solare-termica a concentrazione”. Il concetto è abbastanza semplice. Enormi specchi rimandano e, dunque, concentrano la luce solare su un ricevitore (quello di Shouhang è in cima a una torre) che utilizza l’energia per riscaldare una sostanza adatta allo scopo, come il sale fuso. Alla fine del processo l’acqua viene trasformata in vapore, alimentando una turbina.
390 milioni di KWh
Da progetto, l’impianto dovrebbe produrre 390 milioni di kilowattora di elettricità ogni anno, eliminado quasi 386.000 tonnellate di inquinamento atmosferico. Parliamo dell’equivalente generato da 1.648 acri di foresta, numeri che lo contraddistinguono come la più grande centrale fototermica della Cina.