Il 19 Dicembre il TAR si pronuncerà sul ricorso presentato dalle associazioni Italia Nostra Nazionale e Club Alpino Italiano – Sezione di Firenze per fermare la costruzione dell’impianto eolico sull’Appennino mugellano.
Domani la sentenza del TAR
Fin dai primi stadi della realizzazione del nuovo parco eolico di Monte Giogo, in Mugello, si sono susseguite diverse assemblee pubbliche e manifestazioni allo scopo di fermare il progetto, che prevede 8 pale in grado di generare 80 GWh annui per il fabbisogno di circa 100.000 persone.
Quali le preoccupazioni? L’eventuale impatto ambientale negativo che l’opera potrebbe portare, e tutti i rischi ancora da considerare connessi con le dinamiche geologiche del territorio.
Per tali ragioni, le associazioni Italia Nostra Nazionale e Club Alpino Italiano – Sezione di Firenze hanno fatto ricorso contro la Regione Toscana, al fine di richiedere l’annullamento di tutti gli atti di approvazione del sito. Domani, martedì 19 dicembre, arriverà la sentenza del TAR per capire quali decisioni saranno prese in merito.
Una nuova iniziativa
Nel frattempo però, è stata presentata una nuova iniziativa che prevede 4 grandi torri, alte 168 metri, nei pressi del passo della Futa, fra Firenzuola e Barberino di Mugello. Tutto questo a dimostrazione di come, nonostante le proteste, la corsa alle rinnovabili sembra essere sempre più inarrestabile.
A proporre entrambe le opere sul territorio toscano sempre l’azienda veneta AGSM. Per il parco in Mugello, in particolare, la società aveva già eseguito delle prime analisi nel 2015, puntando l’attenzione sul Monte Giogo per la presenza di venti forti, dalle grandi potenzialità energetiche. Quali saranno adesso le sorti su entrambi i progetti?
Non è la prima volta
Non è la prima volta che in Italia ambientalisti e operatori culturali cercano di arrestare la costruzione di opere simili. Nella Valle del Belice per esempio, e più esattamente a Sambuca di Sicilia, sono in atto delle proteste contro la realizzazione di un grande impianto eolico dotato di 9 pale, alte fino a 200 metri ciascuna.
Le spiegazioni? Il sindaco del comune in provincia di Agrigento, Giuseppe Cacioppo, sottolinea come le dimensioni dell’impianto potrebbero arrecare danni al paesaggio, ed è per questo che ha presentato un atto di opposizione.
Lo stesso sta avvenendo anche in Calabria, che vanta 440 siti eolici sparsi per tutta la Penisola, ma che vede continue contestazioni da parte di attivisti e cittadini, che vorrebbero proteggere la bellezza del paesaggio.
Eppure la Regione, che contribuisce per il 7% alla produzione di energia green in Italia, vorrebbe anche rendersi presto autosufficiente, proprio grazie ai venti che soffiano lì da ogni direzione.
Tema delicato
Sempre a Sud poi, ed esattamente nella Sardegna centro-occidentale, il Gruppo di Intervento Giuridico (Grig) ha lanciato nei mesi scorsi un appello al Mase per la realizzazione della nuova centrale alle pendici del Montiferru, ritenendo che sul progetto non siano state eseguite ancora tutte le valutazioni necessarie per procedere.
Si tratta comunque di un tema delicato, sul quale servirebbe uno studio sicuramente più approfondito su ogni singolo progetto per verificare sempre la fattibilità di un’opera, con benefici e rischi associati.