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Rinnovabili, Italia e Spagna avranno la più alta quota nel mix elettrico nazionale al 2050. Il rapporto

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Secondo il ‘Low Emissions Scenario 2023’ di Starkraft, Italia e Spagna sono i Paesi che avranno la più alta quota di eolico e fotovoltaico nel mix elettrico nazionale al 2050.
LEGGI QUI IL RAPPORTO.

Il rapporto ‘Low Emissions Scenario 2023’

Il rapporto annuale pubblicato da Starkraft e dal titolo ‘Low Emissions Scenario 2023’ non è altro che una valutazione realistica delle tendenze energetiche globali da qui al 2050.

L’analisi è frutto delle conoscenze di oltre 50 esperti, che hanno preso in considerazione i mercati energetici di ben 21 Paesi analizzando lo sviluppo delle più recenti tecnologie, oltre che i ritardi di alcuni Stati in quello che è il percorso verso la transizione circolare.

In Italia

Secondo lo studio, eolico e fotovoltaico copriranno in Italia oltre l’80% della generazione di elettricità nazionale entro metà secolo, con un traguardo intermedio di circa il 50% nel 2030. Questo significa che ancora, per i prossimi anni c’è un enorme potenziale da sfruttare, e sul quale bisognerà lavorare per raggiungere risultati ancora più importanti.

Il Belpaese nel 2022 era intorno al 15% sulla quota di energia green prodotta, e questo significa che c’è stata una crescita di entrambe le fonti alternative durante i primi 9 mesi del 2023.

Di certo però non siamo ancora arrivati ai livelli di Germania, Gran Bretagna o Spagna, a causa soprattutto della complessità legata alle autorizzazioni per i nuovi impianti.

Il fotovoltaico e l’eolico

Sul fotovoltaico in particolare, gli analisti ritengono che verranno installati circa 49 GW ogni anno in Europa da qui ai prossimi 7 anni, in linea con tutti quelli che sono gli obiettivi del REPowerEU per la transizione energetica e il raggiungimento di un’economia circolare.

Sull’eolico invece ci sarà una crescita più contenuta, con 26 GW in media all’anno dovuti a tanti problemi che il settore è ancora tenuto ad affrontare e risolvere: aumento dei costi, lentezza dei permessi, difficoltà a finanziare i grandi progetti.

In generale dunque, il rapporto di Starkfraft dipinge sicuramente un progredire delle fonti alternative, ma allo stesso tempo una situazione ancora di incertezza su quello che potrebbe avvenire nel prossimo futuro, in vista delle temperature record raggiunte, delle condizioni di siccità già vissute, e di tutti quegli altri eventi scatenati dal continuo cambiamento climatico.

Lo studio però propone l’accessibilità economica del fotovoltaico, dell’eolico, delle batterie e delle pompe di calore come una grande opportunità per cambiare le cose, attuando anche delle modifiche nel nostro consumo di energia e nelle nostre abitudini.

L’idrogeno

Anche l’idrogeno, secondo gli analisti, avrà un ruolo essenziale per decarbonizzare i settori ‘hard-to-abate’, più difficili da elettrificare come l’aviazione o il trasporto navale. Si prevede infatti in Europa una domanda di H2 green intorno a 200 TWh nel 2030, per poi arrivare a 1.600 TWh nel 2040.

Nello scenario presentato dalla società norvegese, al 2050 le emissioni diminuiranno di quasi il 70%, non raggiungendo dunque al 100% quelli che sono gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Cosa fare allora? Il rapporto spinge sicuramente a scommettere ulteriormente sulle rinnovabili, che devono accelerare la propria corsa per affrontare le prossime sfide.

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