CRVT: la turbina che galleggia sull’acqua e assicura un’efficienza energetica maggiore.
L’innovazione
L’innovazione proposta dall’azienda norvegese World Wide Wind vuole rivoluzionare l’idea dei classici impianti eolici proponendo qualcosa di mai visto prima d’ora, che potrebbe assicurare una maggiore efficienza.
L’idea è quella di spostare sull’acqua (che sia mare, fiume e lago) parte della produzione di elettricità rinnovabile con una turbina ad asse verticale controrotante (CRVT), chiamata così proprio per la sua struttura: doppia serie di pale a tre punte orientate verso l’alto e rotanti in senso inverso tra di loro.
Altre caratteristiche
Ma quali sono le altre caratteristiche di questa tecnologia? L’intera opera è collegata a un generatore di corrente ancorato sott’acqua tramite cavi d’acciaio, studiati però per assicurare flessibilità e diverse possibilità di inclinazione, proprio come succede alle barche a vela a seconda del vento e del movimento delle onde.
Il generatore poi è posizionato nella parte inferiore della turbina senza alcun tipo di ingranaggio, al fine di facilitare le riparazioni e consentire alla torre di essere il più alta possibile.
Quello presentato dalla World Wide Wind al momento è solo un prototipo, dalla potenza di 30 kW. L’azienda però ha in programma di andare oltre, sperimentando modelli più grandi ed efficienti nei prossimi anni che possano raddoppiare la densità energetica prodotta dai classici parchi eolici.
Un primo test, su una turbina da 1,2 MW, sarà eseguito all’inizio del 2025, mentre un secondo, per un modello da 24 MW, dovrebbe arrivare prima del 2030. L’obiettivo finale però è progettare una tecnologia CRVT che possa superare la soglia dei 40 MW. Ci riuscirà la società norvegese?
Potenziale dell’eolico offshore in acque profonde
Se davvero strutture come queste riusciranno a espandersi a livello globale, si potrebbe riuscire finalmente a sfruttare di più il potenziale dell’eolico offshore in acque profonde, dove purtroppo gli impianti tradizionali non possono essere realizzati e fissati al fondale.
La stessa azienda di Oslo ha anche sottolineato che, con la loro innovazione si potrebbero risolvere problemi di fragilità e di impatto sulla fauna selvatica, preservando dunque di più l’ambiente e abbattendo alcuni costi troppo alti del settore.