I nuovi dati diffusi dall’Osservatorio Italiano Povertà Energetica mettono in guardia il Governo sul possibile peggioramento del fenomeno nel nostro Paese, soprattutto nella fascia economica più debole, i migranti e in generale il Sud. La povertà energetica ha toccato più del 9% degli italiani nel 2022, con un massimo del 16,7% in Calabria. E l’inverno è appena iniziato.
Attenzione alla povertà energetica, che potrebbe crescere in Italia
L’anno passato il 9,3% della popolazione non è stato in grado di riscaldare in modo opportuno la propria casa, per via di diverse difficoltà economiche, registrando così un aumento rispetto al 6,9% del 2021.
Le ragioni? La crescita costante dei prezzi energetici, lo scoppio e il prorogarsi della guerra in Ucraina, il fatto che le misure messe in atto durante la crisi non siano riuscite ad aiutare sufficientemente i cittadini.
Secondo nuove stime dell’Oipe, Osservatorio Italiano Povertà Energetica, la situazione potrebbe peggiorare nei prossimi mesi, anche considerando che sta per iniziare la stagione invernale 2023/2024.
L’Osservatorio si attende che la povertà energetica potrebbe arrivare a riguardare il 12% delle famiglie italiane durante il prossimo anno.
Questo come conseguenza di un possibile peggioramento dello scenario politico-economico internazionale.
Situazione che potrebbe anche essere ancora più critica di quanto stimato nello studio dell’Oipe per le famiglie di migranti e in generale per il Mezzogiorno d’Italia.
I dati sono stati resi noti durante la Quinta Plenaria dei Firmatari del Manifesto ‘Insieme per contrastare la poverà’ energetica’, iniziativa lanciata nel 2021 da Banco dell’energia.
Il “Policy brief” dell’Asvis
Secondo il nuovo Rapporto ASViS, se l’Italia non ha sofferto, neanche dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, di problemi di accesso all’energia (come accade per il 10% della popolazione mondiale), il nostro Paese registra un significativo problema di povertà energetica, intesa come la condizione di chi non ha l’energia per riscaldarsi e mangiare o non se la può permettere.
L’incidenza del fenomeno, riguardante il 7,6% della popolazione nel 2015, ha toccato il 9% nel 2022 (con un massimo del 16,7% in Calabria), a seguito dell’aumento dei prezzi finali di elettricità e gas. Questo nonostante i bonus elettrico e gas, aumentati in poco meno di tre anni da 200 milioni a cinque miliardi di euro, e andati a beneficio di quasi un quinto delle famiglie italiane.
“Analizzando il DDL colpisce l’assenza di una strategia per uno sviluppo sostenibile di medio e lungo termine – ha dichiarato Enrico Giovannini, Direttore scientifico dell’ASviS, durante la presentazione del “Policy brief” – in totale contraddizione con la nuova Strategia adottata dal Governo il 18 settembre e con l’impegno assunto all’ONU lo stesso giorno di predisporre un ‘Piano di accelerazione’ per conseguire gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Dei 24 miliardi di euro di manovra, quasi due terzi (15,9 miliardi di euro) sono in deficit e dunque a carico delle future generazioni. Il tema della fiscalità ambientale è totalmente assente, mentre ci sarebbero ampie opportunità per trasformare i Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD) in Sussidi Ambientalmente Favorevoli (SAF) e così sostenere lo sforzo che il sistema economico deve compiere per realizzare una transizione ecologica ‘giusta’. Manca, inoltre, un impegno forte per un’efficace azione di accertamento della ricchezza sommersa e una reale lotta all’evasione fiscale e contributiva. Insomma, nel DDL manca una visione sistemica in grado di offrire al nostro sistema economico un quadro chiaro della direzione nella quale investire e grazie alla quale costruire”.