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Dall’Ue 1,7 miliardi alla Repubblica Ceca decarbonizzare l’industria pesante. La denuncia delle ONG.

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“Progetti strategici su larga scala”, così sono stati definiti i progetti in cui la Repubblica Ceca investirà 1,7 miliardi di euro provenienti dal Fondo Ue per la transizione giusta, soldi erogati per sostenere la decarbonizzazione laddove, in Europa, l’industria pesante sia ancora presente in forma massiccia. Non sono però d’accordo le ONG che hanno denunciato nel Paese processi di selezione non trasparenti e il protagonismo di aziende che operano nell’industria fossile.

Il Fondo per la transizione giusta

Grazie al Fondo per la transizione giusta, istituito dall’UE nel quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027, la Repubblica Ceca riceverà 1,7 miliardi di euro da investire in progetti strategici su larga scala. Il Fondo è nato allo scopo di sostenere i Paesi “più restii” alla transizione energetica per via della presenza dell’industria pesante nei propri territori. La Repubblica Ceca ha ben tre regioni carbonifere da convertire, per cui parte della liquidità dovrebbe servire a questo.

Le critiche delle Ong

Sebbene il viceministro dell’Ambiente ceco Jan Křížha abbia dichiarato che i progetti in questione saranno sottoposti a un solido processo di approvazione per ricevere i finanziamenti, non sono mancate le proteste da parte di numerose ONG, che hanno denunciato processi di selezione non trasparenti, spese ingenti e il fatto che alcuni di questi progetti siano ad opera di aziende che operano nell’industria fossile.

Deviazione dalle intenzioni della Commissione

In effetti risulta che la regione Moravia-Slesia abbia scelto di sostenere grandi aziende anziché piccole e medie imprese, come invece avrebbe dovuto essere nelle intenzioni originarie della Commissione europea. La ragione risiede nel fatto che il finanziamento dell’UE deve essere utilizzato rapidamente, con il 70% del fondo speso entro la fine del 2026. “L’attuazione non è facile a causa delle regole rigide. È molto ambizioso certificare il 70% dei fondi UE entro la fine del 2026. Per questo motivo abbiamo dovuto escogitare un metodo di attuazione, diciamo, innovativo”, ha dichiarato Kříž.

A detta degli Organi governativi è stata fatta un’eccezione perché le grandi imprese sono ancora fondamentali per alcune regioni.

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