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Crisi Eolico Offshore? Per ANEV cruciale approccio oggettivo

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L’eolico offshore al largo delle coste, settore tecnologicamente maturo, strategico per la transizione energetica, sta vivendo un momento di crisi non indifferente dovuto ai ritardi nelle forniture e agli alti tassi d’interesse. Secondo l’ANEV, per rendere l’industria eolica più solida e definire al meglio gli aspetti normativi, è però cruciale mantenere un approccio oggettivo “fondato sui fatti”.

La crisi dell’eolico offshore

L’eolico offshore, quello che sfrutta la potenza dei venti che soffiano al largo delle coste, è uno dei settori strategici della transizione energetica. Eppure il settore fatica a decollare e, negli ultimi mesi, non sono pochi i Gruppi operanti in quest’ambito che hanno registrato perdite per centinaia di milioni. Recente, ad esempio, è la notizia della danese Orsted, leader mondiale nella costruzione di parchi eolici offshore, che ha perso titoli alla Borsa di Copenaghen dopo aver annunciato l’interruzione dello sviluppo di due progetti (Ocean Wind 1 e Ocean Wind 2) negli Stati Uniti, facendosi carico di una svalutazione di 28,4 miliardi di corone danesi (3,8 miliardi di euro). Analogamente, giganti dell’energia come BP e la norvegese Equinor hanno subìto perdite ingenti. I motivi sono diversi, ma i principali sono da attribuirsi ai ritardi nelle forniture e alla scarsa sostenibilità economica dei progetti, piegati dall’inflazione e dagli alti tassi d’interesse.

Le rivendicazioni ANEV

Il settore eolico marino è, tuttavia, un settore maturo e ad alta tecnologia, che come ogni novità sta affrontando le criticità connesse con la sua diffusione. A ribadirlo è l’Associazione Anev , in risposta all’articolo pubblicato sul Sole 24 Ore che denuncia, invece, il “gigantismo” delle macchine, descrivendolo come una vera e propria piaga del comparto. Si tratta cioè, della questione legata agli intralci logistici e tecnologici connessi all’aumento delle dimensioni degli impianti eolici. Per produrre maggiori quantità di energia rinnovabile, sarebbe, infatti, necessario un salto, sia in termini di potenza che di grandezza. Il noto quotidiano attribuisce, quindi, la crisi del settore registrata negli ultimi mesi, alle difficoltà incontrate dai fornitori nello stare al passo con la crescita smisurata dei macchinari.   

Benefici tangibili con il giusto approccio

L’ANEV, in una nota diffusa, ritiene che un approccio oggettivo fondato sui fatti sia cruciale per la definizione degli aspetti normativi che dovrebbero rendere il settore eolico offshore un’industria operativa e solida, da cui trarre benefici tangibili. Visioni troppo ottimistiche, così come troppo riduttive o sensazionalistiche, non fanno che nuocere alla filiera, alimentando inutili e sterili polemiche.

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