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Fotovoltaico, il parco in Puglia di European Energy: energia pulita per 55.000 famiglie

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Un progetto per rafforzare e accrescere la filiera locale e per favorire il recupero del territorio in chiave di bonifica ed estensione delle aree verdi, a Cerano l’utility danese, tramite la sua controllata italiana, ha deciso di realizzare un nuovo parco fotovoltaico. La potenza autorizzata è pari a 90 MW.

Il progetto di Cerano: 90 MW di energia pulita dal sole

La regione Puglia corre verso la decarbonizzazione grazie al sole. Non è un segreto che il nostro Mezzogiorno gode di una posizione di vantaggio rispetto a qualsiasi altro Paese europeo in termini di esposizione al sole.

La Puglia potrebbe diventare uno dei principali hub delle fonti energetiche rinnovabili nel Mediterraneo, nonché un terreno di sperimentazione di nuove soluzioni che migliorino l’efficienza e la sostenibilità delle tecnologie impiegate nella ricerca e l’innovazione di nuova energia rinnovabile.

Le medie stagionali di ore di sole (3.338 ore di irraggiamento pieno) e di giorni senza pioggia (241 giorni senza pioggia), pongono la Puglia tra le regioni più idonee alla realizzazione di impianti fotovoltaici.

Tramite la controllata Cerano Energreen, European Energy ha annunciato il progetto di costruzione di un parco fotovoltaico solare nel Comune di Cerano, in provincia di Brindisi.

La potenza autorizzata è pari a 90 MW e si stima che l’impianto consentirà a regime di produrre energia equivalente al fabbisogno di 55.500 famiglie, con un risparmio di 66.600 tonnellate di CO2 all’anno rispetto all’utilizzo di combustibili fossili.

Decarbonizzazione e recupero del territorio

Continua il nostro percorso strategico e realizzativo di impianti fotovoltaici ed eolici “di mercato” in Italia, sempre legati a un’ottica di collaborazione sia con la filiera locale che a  programmi di recupero del territorio su cui insistono”, ha dichiarato Alessandro Migliorini, Director e Country Manager Italia di European Energy, aggiungendo che “per raggiungere i traguardi 2030 indicati dalla UE sono fondamentali impianti utility scale realizzati con le tecnologie più aggiornate e che vadano progressivamente a sostituire, come in questo caso, la produzione di energia basata su  fossili, riducendo al contempo le emissioni e creando le condizioni per una transizione energetica ordinata”.

L’Italia rimane un mercato chiave per noi e siamo felici di intensificare i nostri sforzi per la creazione di infrastrutture per l’energia pulita del Paese”, ha dichiarato Thorvald Spanggaard, vicepresidente esecutivo e responsabile dello sviluppo dei progetti di European Energy. “Puntiamo a sviluppare progetti di energie rinnovabili in tutte le regioni d’Italia. Per il progetto di Cerano – ha aggiunto Spanggaard – siamo particolarmente soddisfatti anche del fatto che stiamo utilizzando terreni che non possono essere destinati all’agricoltura e che quindi non avrebbero un utilizzo alternativo. Inoltre, la posizione è molto vicina a un’area industriale. In ottica di transizione ecologica dell’Italia, la produzione di idrogeno verde dovrà svolgere un ruolo fondamentale”.

Pannelli tracker

Previsto l’utilizzo di avanzate tecnologie fotovoltaiche, tra cui i “pannelli tracker”, che seguono l’orientamento del sole per massimizzare la produzione nell’arco della giornata, il miglior rapporto tra produzione di energia pulita a parità di superficie occupata.

Come opere accessorie, il progetto prevede anche la realizzazione di un giardino di 35 ettari, in cui praticare la riforestazione e provvedere ad interventi di mitigazione, piantando boschi e coltivando specie erbacee che favoriranno la fitodepurazione del terreno.

C’è bisogno di più solare fotovoltaico in Europa

La spesa europea per le importazioni di energia solare è quasi quadruplicata negli ultimi 5 anni passando da 5,5 miliardi di euro nel 2018, a oltre 20 miliardi lo scorso anno, secondo stime Rystad Energy.

Questo perché, nonostante gli obiettivi ambiziosi dell’Ue di arrivare a produrre 30 GW di elettricità sostenibile entro il 2025 e 40 GW al 2030, i moduli ottenuti a livello locale non sono mai riusciti a tenere il passo con la crescita dei prodotti importati.

Giornalista

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