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Il progetto italiano Hydra: produrre fino a 7 tonnellate all’ora di acciaio green utilizzando l’idrogeno

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La multinazionale RINA guiderà il progetto HYDRA, nato per decarbonizzare l’industria dell’acciaio sfruttando l’H2.

Un progetto di ricerca

Hydra è un progetto di ricerca, sviluppo e innovazione coordinato da RINA, una multinazionale con sede fissa a Genova.

L’iniziativa, approvata dalla Commissione europea e dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, si pone l’obiettivo di decarbonizzare il settore dell’acciaio attraverso l’utilizzo dell’idrogeno, e a tale scopo darà luogo a una piccola acciaieria che sperimenterà l’uso del carburante come agente riducente per il minerale di ferro.

Acciaio green: calo della C02

L’ambizione è quella di raggiungere così anche un significativo calo della CO2, oltre che una grande quantità di acciaio green, ottenuto di solito grazie al riciclo, all’uso di forni elettrici, a processi di recupero del calore o a fonti di energia rinnovabile.

88 milioni di euro investiti

Per Hydra, dalla durata di 6 anni, saranno investiti 88 milioni di euro, e ogni fase sarà guidata dal Gruppo italiano tramite il suo Centro Sviluppo Materiali (CSM) di Castel Romano, che ne è il soggetto attuatore.

Nella stessa zona del Lazio infatti, saranno ospitati gli impianti e le relative attività, secondo quanto comunicato dalla multinazionale.

Parte degli IPCEI

Il piano è parte degli IPCEI, ovvero i cosiddetti ‘Importanti progetti di comune interesse europeo’ finanziati dall’Ue con il NextGenerationEU. 

Dalla piccola acciaieria infatti, la cui costruzione dovrebbe concludersi entro il 2025, si dovrebbero ricavare fino a 7 tonnellate all’ora di materiale, rendendo l’industria siderurgica sempre più vicina ai traguardi da raggiungere da qui ai prossimi anni.

L’H2 sarà dunque testato in ogni fase del ciclo produttivo, e c’è l’idea di aprire anche un centro dedicato ai componenti adoperati per il trasporto e lo stoccaggio del vettore.

10.000 tonnellate all’anno

Complessivamente, l’impianto di Castel Romano potrebbe essere in grado di produrre anche 10.000 tonnellate all’anno di acciaio green, e a beneficiarne saranno tutti quei soggetti terzi che sfrutteranno la struttura a loro vantaggio.

Per quanto riguarda la fornitura di H2, il combustibile non verrà prodotto nell’ambito dell’iniziativa, bensì reperito tramite canali di approvvigionamento non ancora definiti.

Vedremo comunque solo più avanti quali reali contributi porterà il progetto per combattere l’attività delle industrie siderurgiche, note per essere una delle principali fonti di inquinamento ambientale a livello mondiale.

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