Roma, 25/11/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Gas, a rischio il Piano Mattei? L’ultimo rapporto IEA

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Con la ripresa del conflitto Israelo-palestinese è lecito chiedersi se siano a rischio gli approvvigionamenti energetici provenienti da quell’area geografica. In particolare il gas naturale, di cui l’Italia è tra i principali importatori. Secondo l’ultimo rapporto dell’ International Energy Agency l’andamento della domanda di gas naturale nel medio termine dovrebbe andare scemando, ma la volatilità dei prezzi in una regione potrebbe creare seri problemi a causa della sempre maggiore interdipendenza dei mercati.  

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A rischio il Piano Mattei?

Dopo la guerra Russo-Ucraina, ancora in corso, la ripresa del conflitto israelo-palestinese potrebbe infliggere un altro duro colpo all’approvvigionamento delle fonti energetiche. La crisi in Medio Oriente, infatti, di sicuro non migliora gli scenari energetici del prossimo futuro, ed è lecito chiedersi se metta a rischio il famoso “Piano Mattei”, che vede il Bel Paese trasformarsi in hub del gas nel Mediterraneo. Sebbene l’ultimo rapporto IEA, sulla domanda di gas naturale, tranquillizzi, il contesto internazionale attuale di certo rappresenta un motivo in più per accelerare la diversificazione delle fonti, limitando la dipendenza da combustibili fossili in favore delle rinnovabili.     

Il rialzo del prezzo del gas

Tra i primi effetti sul piano energetico dell’attacco sferrato pochi giorni fa, potrebbe esserci un rialzo del prezzo del gas. Si pensi ad esempio, alla chiusura, in via precauzionale, del giacimento di gas metano offshore Tamar, operato da Chevron

La situazione di emergenza rischia di far esplodere problematiche per l’approvvigionamento di gas e petrolio” ha dichiarato il Ministro Adolfo Urso a Rai News 24. E le parole del Titolare del made in Italy sono state già confermate nella mattinata di lunedì 9 ottobre, quando il costo del gas ha raggiunto oltre 40 euro in avvio di contrattazioni. Ad Amsterdam le quotazioni sono salite dell’8,3% a 41,40 euro al megawattora. 

Il nuovo report IEA sulla domanda di gas naturale 

Il nuovo rapporto sulla domanda di gas naturale nel medio termine dell’Agenzia Internazionale per l’energia (IEA) evidenzia come, dopo un decennio di crescita senza precedenti, la richiesta globale della fonte fossile dovrebbe rallentare nei prossimi anni.

Secondo il Gas 2023 Medium-Term Market Report , la domanda di gas è destinata a crescere in media dell’1,6% all’anno tra il 2022 e il 2026, in calo rispetto alla media del 2,5% all’anno registrata nel quadriennio precedente. I dati presenti nel rapporto si basano, però, unicamente sullo scenario delineatosi in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e non anche su quello innescato dalle recenti evoluzioni in Medio Oriente. Un elemento rassicurante  evidenziato nel documento dell’Agenzia è senza dubbio la “liquidità”, ossia l’interdipendenza tra mercati del GNL, che nel tempo dovrebbe consentire una più efficace risposta a shock a breve termine dell’offerta e/o della domanda.  

Potremmo, quindi, dormire sonni tranquilli, se non fosse che un mercato sempre più globalizzato significa, tra le altre cose, che gli eventi che portano alla volatilità dei prezzi in una regione, abbiano un impatto anche in aree geograficamente distanti.   

Il ruolo dell’Africa e d’Israele

Secondo i dati riportati dall’ IEA, le importazioni europee di gas dal nord Africa, tramite gasdotto, sono diminuite del 2% (0,5 Bcm) su base annua, sebbene i flussi verso l’Italia siano aumentati del 3% (0,5 bcm). Israele, dal canto suo, è diventato un importante produttore di gas, soprattutto dopo la scoperta di un grande giacimento offshore nelle acque del Mediterraneo. Le riserve israeliane di gas accertate sono passate dai 780 miliardi di metri cubi del 2012 ai 1.087 mld di mc nel 2022. 

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