Una delle più grandi aziende siderurgiche americane sta scommettendo sulla fusione nucleare, con l’ambizione di ridurre le emissioni di CO2 garantendo comunque l’alta efficienza degli impianti. Ma quanto sarà sostenibile questa decisione?
Una centrale a fusione da 500 MW
L’investimento nel settore del principale produttore di acciaio statunitense, la NUCOR Corporation, si pone l’obiettivo di sviluppare una centrale a fusione da 500 MW da collocare in una delle acciaierie del Gruppo entro il 2030.
La speranza è quella di ridurre in questo modo le emissioni, e alimentare così uno dei processi produttivi a più alta intensità energetica che esista al mondo.
La posizione che occupa la società per azioni americana a livello globale è altissima, grazie alla propria produzione complessiva pari a quasi 20 milioni di tonnellate annue. Ma quanto è dannoso tutto questo per l’ambiente?
L’inquinamento ambientale dell’industria siderurgica
Dall’industria siderurgica è sempre derivato un inquinamento disastroso che ha raggiunto livelli di CO2 drammatici, a seguito dell’enorme quantità di calore utilizzato per fondere il metallo e trasformare l’ossido di ferro dei minerali in vero e proprio ferro metallico.
Per tale ragione, si è pensato di dare una svolta definita al settore, al fine di renderlo più sostenibile possibile. In che modo? Mårten Görnerup, amministratore delegato della joint venture svedese Hybrit, ha pensato per esempio di costruire la prima acciaieria al mondo che sfrutta l’idrogeno green per le proprie attività.
35 milioni di dollari investiti
Negli Usa invece, la NUCOR sta scommettendo sulla fusione nucleare, settore che ormai sta catturando l’interesse di tantissimi Paesi anche in Europa.
La società ha preso accordi con l’azienda Helion Energy, investendo circa 35 milioni di dollari in questo progetto e spiegando che, trovare metodi per ottenere elettricità pulita e realizzare prodotti più ecologici non è semplice.
Altro problema è che le rinnovabili, quali eolico e solare, non sono sufficienti per far funzionare impianti enormi come quelli della società americana, dunque bisogna cercare delle soluzioni alternative dovute alla carenza di tali risorse.
La fusione nucleare, in quanto fonte energetica potentissima, potrebbe superare secondo il Gruppo siderurgico alcuni dei limiti delle attuali tecnologie green e delle batterie. Ma quanto sarà realmente sostenibile tale processo? E quanto sarà fattibile in un contesto in cui l’America cerca dei modi per non chiudere le proprie acciaierie mentre l’Europa, invece, prosegue sul versante opposto?