Un vero e proprio record, frutto di un trend che, se confermato, vedrebbe la Cina aggiungere nuova capacità solare per 150 GW entro la fine di quest’anno, quasi il doppio degli 87 GW del 2022, per poi passare ai 165 GW del 2024 e i 170 GW del 2025. Investiti 16 miliardi di dollari nel primo semestre dell’anno in corso.
Solare fotovoltaico in Cina, un record che sarà raggiunto in soli quattro anni
In Cina tutto è grande, tutto si trasforma rapidamente e tutto sembra anticipare il futuro, soprattutto dal punto di vista tecnologico ed energetico. Secondo le nuove stime di Rystad Energy, entro il 2026 il gigante asiatico potrebbe raggiungere una capacità solare fotovoltaica installata complessiva di un terawatt (TW).
Un dato estremamente significativo, frutto di un trend che, se confermato, vedrebbe la Cina aggiungere nuova capacità solare per 150 GW entro la fine di quest’anno, quasi il doppio degli 87 GW del 2022, per poi passare ai 165 GW del 2024 e i 170 GW del 2025.
Basti pensare che gli attuali 500 GW di capacità relativa al solo solare fotovoltaico rappresentano all’incirca il 40% della capacità installata a livello mondiale. Gli Stati Uniti si piazzano al secondo posto con il 12% (145 GW) e grazie all’Inflation Reduction Act (IRA) vedranno crescere il dato a 209 GW nel 2026, che rappresenterà l’11% del totale mondiale.
Investimenti massicci nelle rinnovabili
Il record cinese è frutto di investimenti massicci e mirati, di politiche di semplificazione burocratica e di una strategia di diversificazione degli investimenti nel settore energetico che mira ad accrescere le fonti energetiche rinnovabili nel mix dei consumi energetici dell’interno Paese (anche se in tempi molto lunghi).
Stando ai dati diffusi dalla National Energy Administration, nella prima metà del 2023 sono stati investiti 134,9 miliardi di yen, più o meno 16 miliardi di dollari, proprio nella realizzazione di impianti solari fotovoltaici in tutto il Paese.
Su scala globale, invece, l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) ha stimato che entro il 2023 la spesa energetica complessiva raggiungerà i 2.800 miliardi di dollari, di cui 1.700 miliardi di dollari per le energie rinnovabili. Il resto, poco più di 1.000 miliardi di dollari, è destinato a carbone, gas e petrolio.
Avanti con l’energy storage. Una vecchia tecnologia che non tramonta mai: il pompaggio idrico
Insieme al fotovoltaico, il Governo di Pechino ha pianificato lo sviluppo di sistemi di energy storage sempre più efficienti. Non solo, per far fronte al carattere intermittente delle rinnovabili (sole e vento ci sono solo in determinate ore della giornata), la Cina ha puntato molto sul pompaggio idrico.
Grazie al pompaggio idrico la Cina conta oggi su 50 GW di energia in stoccaggio, che dovrebbero raggiungere i 64 GW nel 2025 e i 120 GW nel 2030.
Un vecchio sistema, a dire il vero, uno dei più antichi conosciuti al mondo, che funzionava spostando l’acqua da un serbatoio pieno ad uno vuoto, dal basso verso l’alto, per ottenere poi energia idroelettrica facendo scendere di nuovo l’acqua verso il serbatoio iniziale.
Un sistema antico, ma che ancora oggi è in uso e anzi negli Stati Uniti fornisce ancora il 90% dello stoccaggio di energia elettrica. Per certi versi, il miglior modo per affrontare i cambiamenti stagionali della domanda di energia, anche in un momento storico di grandi cambiamenti climatici in corso.