Secondo l’ultimo Rapporto “Global Hydrogen Review 2023” dell’ International Energy Agency (IEA), l’idrogeno a basse emissioni è ancora un miraggio. La produzione del combustibile verde potrebbe raggiungere livelli record entro il 2030 (se tutti i progetti in corso venissero portati a termine). Tuttavia, ad oggi, dei 95 milioni di tonnellate prodotti a livello globale, solo lo 0,6% della domanda totale riguarda l’idrogeno a basse emissioni.
Global Hydrogen Review 2023
La produzione annuale di idrogeno a basse emissioni potrebbe raggiungere i 38 milioni di tonnellate all’anno nel 2030, se tutti i progetti annunciati venissero realizzati. Ad affermarlo è l’IEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia, che nel suo ultimo Rapporto Global Hydrogen Review 2023 mette il focus su idrogeno e potenzialità di sviluppo del vettore green nelle diverse realtà nazionali. Al momento, tuttavia, la tipologia di idrogeno più diffusa resta quella altamente inquinante, mentre la domanda di H2 green rasenta lo zero.
Tre quarti della produzione mondiale alimentata da energia rinnovabile
Secondo i dati riportati dall’Agenzia, che si concentra sull’idrogeno a basse emissioni, quasi tre quarti della produzione di idrogeno mondiale potrebbe provenire da elettrolizzatori alimentati da energie rinnovabili, mentre il resto da combustibili fossili con cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio. I settori industriali indicati come più adatti dall’Agenzia, sono quelli definiti “hard to abate”, ossia quelle filiere in cui risulta difficile interrompere la dipendenza da combustibili fossili. Tuttavia, la lentezza dei progressi fatti negli ultimi anni segnala la presenza di problemi di fondo che l’IEA attribuisce a difficoltà economiche e all’assenza di un impegno reale congiunto.
La capacità degli elettrolizzatori potrebbe triplicare nel 2023
Dai numeri si evince che la capacità degli elettrolizzatori per la produzione di idrogeno ha raggiunto quasi 700 MW nel 2022, ma potrebbe più che triplicare fino a raggiungere i 2 GW entro la fine del 2023. Ad oggi, circa la metà appartiene alla Cina, ma se tutti i progetti annunciati venissero realizzati, entro il 2030 si potrebbe raggiungere un totale di 420 GW, con un aumento del 75% rispetto alle previsioni IEA risalenti al 2022.
Gap tra produzione e obiettivi climatici
Al di là delle sfide che devono affrontare produttori e sviluppatori, però, gli sforzi per stimolare la domanda di idrogeno a basse emissioni sono in ritardo rispetto alle ambizioni climatiche. L’uso dell’idrogeno a livello globale ha raggiunto 95 milioni di tonnellate nel 2022, tuttavia, l’utilizzo dell’idrogeno a basse emissioni rimane molto limitato, rappresentando solo lo 0,6% della domanda totale. Di conseguenza, la produzione e l’utilizzo dell’idrogeno nel 2022 hanno rilasciato nell’atmosfera circa 900 milioni di tonnellate di CO2.
Necessari progressi in termini tecnologici e burocratici
“Negli ultimi anni abbiamo assistito a uno slancio incredibile dietro i progetti sull’idrogeno a basse emissioni, che potrebbero avere un ruolo importante da svolgere in settori ad alta intensità energetica come quello chimico, di raffinazione e dell’acciaio”, ha affermato il direttore esecutivo dell’IEA, Fatih Birol. “Ma un ambiente economico difficile metterà ora alla prova la determinazione degli sviluppatori di idrogeno e dei politici a portare a termine i progetti pianificati. Sono necessari maggiori progressi in termini di tecnologia, regolamentazione e creazione della domanda per garantire che l’idrogeno a basse emissioni possa realizzare il suo pieno potenziale”.