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Italia Solare boccia il Decreto aree idonee: “orientato a frenare piuttosto che a favorire”

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L’Associazione italiana del fotovoltaico, in una lettera indirizzata alle forze politiche responsabili della politica energetica italiana, critica aspramente la bozza del Decreto aree idonee. Tra i punti sottolineati, la totale assenza delle previsioni della direttiva europea REDIII che punta allo sviluppo accelerato delle rinnovabili.

Fotovoltaico penalizzato anziché favorito

Anche ITALIA SOLARE esprime forte preoccupazione rispetto ai pesanti vincoli presenti nella bozza di Decreto ministeriale “Aree Idonee”, accusato di frenare anziché favorire la diffusione del fotovoltaico.

In una lettera indirizzata ai Ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste, delle Imprese e del Made in Italy, della Cultura, alla Conferenza Unificata e ai responsabili energia delle forze politiche presenti in Parlamento, l’Associazione sottolinea come i vincoli inseriti nella proposta di decreto penalizzino fortemente la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra in aree classificate agricole, poiché tali vincoli si applicano anche ad aree compromesse o di scarso interesse per l’uso agricolo perché in prossimità di strutture produttive o di infrastrutture. “Come se non bastasse, i vincoli si applicano anche a tutte le aree classificate agricole già dichiarate idonee dall’articolo 20, comma 8, del decreto legislativo 199/2021” si legge nel documento. 

Assenza di semplificazioni dei procedimenti autorizzativi

Secondo quanto riportato dall’Associazione, la scarsa attenzione alla gestione della diffusione del fotovoltaico è ancora più grave se si considera l’assoluta assenza di disposizioni per semplificare e accelerare, nelle aree idonee, i procedimenti autorizzativi, il collegamento degli impianti alla rete e la realizzazione di sistemi di accumulo, temi fondamentali per la crescita ordinata ed efficiente della produzione elettrica rinnovabile.

“Lo schema di decreto ‘Aree Idonee’ rappresenta una battuta d’arresto allo sviluppo delle rinnovabili, in totale controtendenza rispetto a quanto dovrebbe fare il nostro Paese per abbattere i prezzi energetici e per raggiungere il target di riduzione delle emissioni al 2030 e di azzeramento al 2050. Il testo proposto è orientato a frenare piuttosto che a favorire e governare un rapido ed efficiente sviluppo del fotovoltaico”, commenta Paolo Rocco Viscontini, Presidente di ITALIA SOLARE.

Obiettivi ambiziosi ma strumenti inadeguati

La normativa, ancora in lavorazione, prevede obiettivi molto ambiziosi ma, secondo l’associazione, anziché occuparsi di strumenti adeguati per raggiungerli, non se ne cura e anzi introduce seri ostacoli. Per il fotovoltaico preoccupa soprattutto che le aree agricole classificate idonee siano tali per modo di dire, poiché tali aree sono trattate esattamente come quelle che non lo sono e ciò vale anche per le aree agricole già classificate idonee dalla legge, tra le quali quelle immediatamente limitrofe alle aree produttive (facenti parte delle cosiddette “Solar Belt”). Queste ultime offrono a migliaia di aziende una possibilità reale di ridurre drasticamente le proprie bollette energetiche grazie alla potenza fotovoltaica installabile nei pressi degli stabilimenti, nel caso in cui la superficie del tetto non sia sufficiente a garantire una copertura soddisfacente del fabbisogno energetico della fabbrica.

Come garantire energia abbondante e a basso costo

Alla luce di tali considerazioni ITALIA SOLARE, sulla base di dati oggettivi in merito alle vaste aree disponibili nel territorio nazionale, sostiene con forza la necessità di individuare aree idonee nelle quali gli impianti siano realizzabili anche con moduli a terra e senza irragionevoli restrizioni, in modo da offrire energia abbondante e a basso costo.

Le limitazioni dovrebbero essere riservate alle aree diverse da quelle idonee e alle aree non idonee. E l’individuazione di queste ultime deve avere lo scopo non di rallentare la realizzazione degli impianti, bensì di offrire agli operatori un quadro certo e chiaro di riferimento e orientamento per la localizzazione dei progetti ” si legge nel comunicato.

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