Secondo i risultati dello stress test climatico pubblicato dalla Banca Centrale Europea (BCE), la mancata accelerazione della transizione verso modelli economici più sostenibili sta aumentando i costi di medio periodo per famiglie e imprese, e sta anche riducendo la redditività delle aziende.
Cosa è lo stress test climatico della BCE
In generale, lo stress test climatico della BCE esamina la resilienza di aziende, famiglie e banche a tre possibili scenari futuri che concernono il clima e l’energia, e divergono tra loro per differenti ragioni.
I tre scenari
Ma quali sono questi tre scenari? Nel primo, si parla di ‘transizione accelerata’, ovvero di un cambiamento repentino che favorisca politiche e investimenti green portando a una rapida riduzione della CO2 entro il 2030, anche per via di un aumento dei costi energetici dei combustibili fossili.
In tale prospettiva, le emissioni potrebbero diminuire del 67% entro i prossimi 7 anni. Nel secondo caso invece, si ipotizza una ‘transizione late-push’, che non preveda invece alcuna accelerazione del processo ma piuttosto misure volte a contenere la crisi dell’energia.
In questo modo, si potrebbe comunque arrivare a rispettare quelli che sono gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, ma impiegando tempi più lunghi.
Infine, nel terzo e ultima scenario, si immagina una possibile ‘transizione ritardata’, che inizierà solo nel 2026 ma non sarà mai sufficiente a raggiungere gli scopi prefissati.
Cosa emerge alla fine
Da questa lunga analisi emerge alla fine che, in tutti gli immaginari possibili, il sistema finanziario dell’Unione Europea può comunque arrivare a una totale decarbonizzazione, ma con modi e tempistiche differenti.
In generale però, nel breve periodo, il rischio di transizione avrebbe comunque un impatto sulla redditività delle imprese per via di uno uno shock dei prezzi energetici dal lato dell’offerta, che farebbe schizzare i costi di produzione e le spese operative delle aziende in tutti i tre scenari analizzati.
La transizione ‘accelerata’
La verità però è che la maniera migliore per avere un’economia a zero emissioni nette, secondo la Banca Centrale Europea, sarebbe optare per una transizione verde più veloce e ‘accelerata’, perché un ritardo di essa comporta altre conseguenze negative: aumento dei costi di medio periodo e meno redditività delle aziende.
Rendere invece il cambiamento più rapido, aiuterebbe le imprese in difficoltà provocando una crescita delle rinnovabili e anche maggiori investimenti nel settore.
Secondo la BCE dunque, solo percorrendo questa strada si potrà garantire maggiore stabilità in tutti i campi, ma bisognerà anche scommettere molto in questo processo, impiegando somme che vanno vanno dai 2.500 ai 3.200 miliardi di euro.