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Investire in idroelettrico porterebbe all’Italia 77 miliardi di euro. Lo Studio A2A-THEA

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Un pacchetto d’investimenti da 48 miliardi di euro in dieci anni per superare l’emergenza idrica, recuperare acqua per le esigenze di famiglie, agricoltura e industria e rilanciare lo sviluppo dell’idroelettrico, l’unica fonte rinnovabile programmabile, asset strategico per la sicurezza energetica del Paese. È quello che emerge dallo studio “Acqua: azioni e investimenti per l’energia, le persone e i territori” realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A.

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Una strategia da €48 miliardi

48 miliardi di euro in dieci anni per superare l’emergenza idrica e rilanciare l’idroelettrico in Italia, l’unica fonte rinnovabile programmabile. Quella che lo studio  “Acqua: azioni e investimenti per l’energia, le persone e i territori”, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A, propone è una doppia strategia che potrebbe avere  ricadute positive sull’economia nazionale per 77 miliardi di euro.

Efficientamento del sistema idrico nazionale

In sintesi, il paper di 92 pagine presentato durante il Forum di Cernobbio, evidenzia quanto l’efficientamento del sistema idrico nazionale gioverebbe al Paese, sia in termini di contenimento delle perdite e dunque dei consumi idrici, sia in termini energetici. Secondo l’analisi, a fronte di un investimento cumulato di 32,9 miliardi di euro, ci sarebbe un risparmio idrico di 9,5 miliardi di m3. Tale riduzione porterebbe anche a un beneficio in termini di energia risparmiata, stimato intorno a 1,4 TWh annui

Risollevare la produzione di energia idroelettrica

La siccità registrata del 2022, con strascichi significativi anche nel 2023, non ha solo influito negativamente sui consumi idrici, ma ha messo a rischio anche la capacità di produzione energetica da fonte idroelettrica. Si tratta della prima fonte energetica rinnovabile del nostro Paese, che nel periodo 2012-2021 ha raggiunto il 42% sul totale della produzione da fonti rinnovabili in Italia. La perdita di produzione del Bel Paese, (30,3 TWh contro i 48 TWh del decennio precedente) ha rappresentato da sola il 25% della riduzione totale europea di produzione idroelettrica del 2022. Uno scompenso che volendo attenuare con il fotovoltaico, porterebbe all’installazione di oltre 4 milioni di pannelli, per una superficie complessiva di circa 58 km2. Anche con il massimo dispiegamento di solare ed eolico, senza il pieno apporto dell’idroelettrico il nostro Paese non potrebbe raggiungere gli obiettivi di quota di rinnovabili nel mix energetico nazionale stabiliti dalla bozza del nuovo PNIEC (pari al 65%).

Linee di investimento prioritarie per raggiungere il target fissato al 2030

Nella ricerca sono state identificate 5 linee di investimento prioritarie nel settore idroelettrico per il raggiungimento dei target della transizione energetica al 2030. Intervenendo in tal modo gli operatori industriali potrebbero abilitare un recupero di circa 12,5 TWh (73% della produzione idroelettrica persa nel 2022), a fronte di un investimento complessivo di circa 15 miliardi di euro. Grazie alle ricadute positive indirette sui settori attigui, la ricchezza totale distribuita sul territorio nazionale sarebbe complessivamente di circa 40 miliardi di euro.  

5 Linee di investimento

1Costruzione di nuovi pompaggi idroelettrici sfruttando gli invasi già esistenti. I pompaggi sono, infatti, essenziali nella prospettiva di una crescente penetrazione delle fonti rinnovabili non programmabili come eolico e solare. Questi sistemi garantiscono l’assorbimento dell’eventuale “overgeneration” nelle ore di maggiore disponibilità delle rinnovabili – per esempio nelle ore centrali della giornata – abilitando la copertura della domanda nelle ore di carico elevato e basso contributo delle fonti rinnovabili non programmabili. Installando 3,2 GW di nuovi pompaggi, in Italia si potrebbe garantire l’assorbimento di “overgeneration” per circa 2 TWh a fronte di investimenti complessivi per 8 miliardi di euro.

2-Interventi per valorizzare in ottica energetica i rilasci degli invasi esistenti a scopo irriguo da cui è stata stimata una potenza idroelettrica aggiuntiva pari a 350 MW, per una produzione idroelettrica addizionale di 1 TWh e un volume di investimento totale pari a circa 875 milioni di euro.

3Repowering degli impianti idroelettrici esistenti con potenza aggiuntiva stimata pari a 1,6 GW, per una produzione idroelettrica addizionale di circa 4 TWh e un volume di investimento totale pari a circa 560 milioni di euro.

4Realizzazione di nuovi impianti mini-idroelettrici per una potenza addizionale di circa 700 MW, stimati sulla base del potenziale massimo di installazione e del trend degli ultimi anni, che supporta una produzione idroelettrica aggiuntiva pari a circa 1,8 TWh e un volume di investimento totale di circa 2,8 miliardi di euro.

5Interventi per valorizzare in ottica energetica il ruolo dei fiumi e dei bacini alpini e appenninici. Ad oggi, infatti, circa il 90% dei corsi d’acqua alpini e appenninici idonei è sfruttato per la produzione di energia idroelettrica. Impiegando anche la quota rimanente attualmente non utilizzata, tramite la realizzazione di nuovi bacini connessi, sarebbe possibile produrre 3,7 TWh aggiuntivi di energia idroelettrica, con un investimento totale che potrebbe arrivare a circa 3,0 miliardi di euro.

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