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Quanto gli investimenti sul nucleare danneggiano il clima?

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Gli investimenti sulle nuove centrali nucleari sono negativi per il clima. Perché? A causa degli elevati costi e dei lunghi tempi di costruzione

Gli aspetti negativi del nucleare

Tantissimi Paesi di recente continuano sempre più a investire sul nucleare, credendo che questa fonte energetica possa risolvere problemi di approvvigionamento e dipendenza da altri Stati, ma quando realmente incide tutto questo sull’ambiente? Quali sono gli aspetti negativi del nucleare?

Dall’analisi di diversi ricercatori, come Luke Haywood responsabile del clima e dell’energia presso l’European Environmental Bureau (EEB) a Bruxelles, o come Marion Leroutier, che ha svolto un dottorato presso la Stockholm School of Economics (SSE), è emerso che, data l’urgenza della mitigazione dei cambiamenti climatici che richiede azioni rapide e concrete, si dovrebbe optare per tecnologie green più economiche e da adottare velocemente, caratteristiche che l’energia atomica non possiede. 

Fonte costosa e tempi di costruzione molto lunghi

Per i ricercatori, ogni euro investito in nuove centrali ritarda quindi la decarbonizzazione rispetto agli investimenti sulle rinnovabili, anche perché questo di tipo fonte elettrica è davvero costosa, prevede tempi di costruzione molto lunghi e anche ritardi che generano costi di finanziamento particolarmente elevati per un determinato tasso di interesse.

Cosa fare allora?

Cosa fare allora? Secondo gli studiosi bisognerebbe trovare una logica economica diversa per continuare a investire in questo settore. Tutto questo però richiede maggiore ottimismo per quanto riguarda i costi. 

Per esempio, l’operatore di rete francese RTE (Réseau de Transport d’Électricité) ritiene che un sistema di energia nucleare potrebbe essere più economico rispetto a un sistema basato esclusivamente sulle rinnovabili, considerando che i costi di capitale per le nuove centrali potrebbero essere inferiori ai due terzi di quelli stimati per gli impianti europei di reattori pressurizzati (EPR) in Finlandia e Francia. Ma non la pensano allo stesso modo altri Paesi del mondo, come il Portogallo.

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