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Idrogeno fuori dal mix energetico nazionale?

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La revisione del PNRR genera incertezza nel settore dell’idrogeno, riducendo sempre di più le possibilità d’immissione del vettore nel mix energetico nazionale. Tuttavia, l’utilizzo domestico del combustibile potrebbe rappresentare un’interessante possibilità tecnica, capace di elevare al 90% la sua efficienza di utilizzo.

In Italia capacità di elettrolisi pari a 1,97 GW

Idrogeno in Italia? La strada sembra sempre più in salita per il combustibile su cui in molti vorrebbero puntare. La rimodulazione dei fondi PNRR, infatti, aggiunge incertezza allo sviluppo di una strategia chiara per l’idrogeno nel Bel Paese, in cui si prospetta una capacità di elettrolisi pari a 1,97 GW contro i 93,55 GW dell’Europa.

Pregi e difetti dell’idrogeno

Mentre fonti governative assicurano che le risorse per il vettore saranno garantite mediante i fondi del Repower Eu (all’Italia sono assegnati 2,76 miliardi a fondo perduto), il Bel Paese s’interroga sulle potenzialità e la convenienza dell’impiego dell’idrogeno nel mix energetico compatibile con i processi di decarbonizzazione in atto. 

Tra i vantaggi che l’idrogeno sarebbe in grado di apportare alla transizione energetica, ci sono sicuramente la possibilità di essere generato dall’acqua, immagazzinato e riconvertito in elettricità pulita, divenendo l’unica forma di accumulo energetico stagionale su grande scala a nostra disposizione.

Inoltre, l’idrogeno consentirebbe di non modificare radicalmente le infrastrutture esistenti, potendo (in teoria) utilizzare la stessa rete di gasdotti del metano. Tuttavia, non scarseggiano le ragioni per cui in molti sono portati a dubitare della sua utilità.

Ottenere idrogeno dall’acqua significa disperdere il 20-30% dell’elettricità utilizzata per produrlo. Altrettanto calore, se non di più, viene perso nel processo di riconversione in elettricità. Per non parlare del costo che avrebbero elettrolizzatori, e tutta la rete di distribuzione.

Idrogeno per uso domestico

Sono, dunque, numerose le ragioni per cui l’impiego dell’idrogeno tardi a decollare. Esiste

però un differente uso dell’idrogeno. Due compagnie tedesche Home Power Solution e Ostermeier H2ydrogen Solutions, hanno sviluppato sistemi per la produzione e lo stoccaggio casalingo dell’idrogeno, sia per abitazioni monofamiliari che condominiali, in quantità sufficiente a coprire i consumi energetici invernali. Due dispositivi, chiamati rispettivamente Picea e EcoreOne, includono un grande impianto FV, un elettrolizzatore per produrre l’idrogeno dall’acqua, un compressore per comprimerlo in una serie di bombole, un sistema per riconvertirlo in elettricità e una batteria per lo stoccaggio. La vicinanza dei dispositivi all’abitazione consente di ridurre notevolmente lo “scarto” di calore della conversione dell’acqua in idrogeno, permettendo di scaldare l’acqua sanitaria e fornire al contempo il riscaldamento domestico.

In questo modo dell’idrogeno non si butta via niente e la sua efficienza di utilizzo sale al 90% circa.

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