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Decreto Reddito energetico, 200 Mln di euro per fotovoltaico

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Al via il decreto che istituisce formalmente il “reddito energetico”. Il provvedimento, attualmente al varo della Corte dei Conti, rappresenta un importante passo in avanti negli incentivi al fotovoltaico, finora normati soltanto a livello locale. 

200 milioni per fotovoltaico in assetto di autoconsumo

In una nota stampa, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha comunicato di aver trasmesso alla Corte dei Conti, il decreto che istituisce un fondo da 200 milioni di euro destinato alla realizzazione di impianti fotovoltaici in assetto di autoconsumo. Si tratta del “famoso” reddito energetico rivolto alle famiglie in condizione di disagio economico, già introdotto nel 2017 a livello comunale. La misura ha riscontrato rapidamente successo, divenendo un valido strumento contro la povertà energetica. Adesso l’obiettivo è consentire l’accesso agevolato all’energia rinnovabile a persone che appartengono a nuclei familiari con ISEE inferiore ai quindicimila euro, o a trentamila, con almeno quattro figli a carico. 

Un ulteriore incentivo al fotovoltaico

Il provvedimento segna un importante passo in avanti per gli incentivi al mondo delle energie rinnovabili, nello specifico del fotovoltaico in assetto di autoconsumo, al momento disciplinato solo con normative locali.  

Il Fondo Reddito Energetico, alla cui operatività lavora il Gestore Servizi Energetici (GSE), è di natura rotativa e mette a disposizione per le annualità 2024-2025, complessivamente duecento milioni di euro, da investire in gran parte nel Mezzogiorno, ma può essere incrementato con un versamento volontario da parte di amministrazioni centrali, Regioni, Province, nonchè organizzazioni pubbliche e realtà no-profit.

Come funziona il Fondo Reddito Energetico

Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia sono le Regioni destinatarie dell’80% delle risorse disponibili per impianti fotovoltaici al servizio di nuclei familiari in condizione di disagio economico. Gli impianti, per i quali il decreto destina un contributo in conto capitale, devono essere di potenza nominale non inferiore ai due kilowatt e non superiore ai sei, o comunque non andare oltre la potenza nominale in prelievo sul punto di connessione. Questi ultimi dovranno essere realizzati su coperture e superfici, aree e pertinenze di cui il soggetto beneficiario sia titolare di un valido diritto reale. “Con questo provvedimento – ha dichiarato il Ministro Gilberto Pichetto Fratinperseguiamo un doppio fine: quello sociale di sostegno alle fasce più indigenti e, allo stesso tempo, quello ambientale, perché promuoviamo l’utilizzo di energia rinnovabile”.

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