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Turbine sottomarine 60 volte più piccole e 3 volte più potenti per sfruttare l’energia del mare

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Sono molteplici i progetti esistenti che propongono di sfruttare il moto ondoso per produrre energia. La startup brasiliana TidalWatt ha studiato, però, un modello molto particolare di turbine sottomarine: 60 volte più piccole e 3 volte più potenti, innocue per la vita marina e volte a promuovere la formazione di scogliere artificiali.

L’energia dal moto ondoso

L’idea di sfruttare il moto ondoso per produrre energia non è nuova. È noto che il mare sia una fonte di produzione energetica illimitata e non soggetta ad alcuna intermittenza, per cui è lecito trovarsi di fronte a una molteplicità di progetti in via di sperimentazione. Il concetto prevalso finora è quello della turbina, che sfruttando la forza delle correnti riesce a produrre quantità notevoli di energia, sebbene anche le tecnologie frangiflutti abbiano il loro seguito. 

Unità di Raccolta dell’Energia Corrente (UCEC)

Tra i progetti più innovativi oggi, bisogna citare quello della start-up brasiliana TidalWatt, che ha ideato un sistema molto particolare, il cui valore aggiunto consiste nello sfruttare l’energia idrocinetica, tutelando al tempo stesso la fauna marina nelle aree di installazione. Il progetto UCEC, acronimo di Unità di Raccolta dell’Energia Corrente, utilizza turbine molto simili a quelle di un sottomarino, in grado di esercitare una potenza di 5MW. Si tratta di una gamma di turbine che può variare dai 3 agli 8 metri di diametro circa, girando a 1,87 nodi di velocità.

Le differenze con la tecnologia eolica

Le correnti oceaniche sono già ampiamente mappate in tutto il mondo; quindi conosciamo già numerose posizioni ideali per l’installazione dei nostri impianti subacquei” ha dichiarato Mauricio Queiroz, fondatore e Ceo della società brasiliana. 

Le turbine di TidalWatt sono progettate unicamente per catturare l’energia idrocinetica associata alle correnti sottomarine. A differenza delle turbine eoliche, questa tecnologia non si basa su meccanismi eolici/aeronautici, che tendono a perdere energia tra le eliche (effetto venturi), ma cattura continuamente l’energia generata dalle correnti a monte.

Generazione energetica per il 90% del tempo

Poiché il moto ondoso non è soggetto all’intermittenza tipica delle FER (soprattutto solare ed eolico), le unità del progetto UCEC possono produrre energia per il 90% del tempo. Il sistema è stato progettato per trasformare aree oceaniche, economicamente inattive e disabitate, in fonti di reddito senza disturbare gli ecosistemi circostanti o causare alcun inquinamento visivo o acustico. Le strutture sono, infatti, molto più piccole delle turbine eoliche e quindi più versatili. Ad esempio, possono essere installate nei fiumi senza gli effetti negativi delle dighe idroelettriche.

La start-up ha ideato anche un programma di simulazione per testare la resa effettiva della tecnologia utilizzata, e verificare che l’installazione delle turbine tuteli gli ecosistemi marini più fragili e minacciati dalla pesca a strascico di frodo, come le barriere coralline. 

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