Rilancio dell’auto a batteria, con una quota di mercato europeo che passa dal 10% circa dell’anno scorso al 15% di giugno 2023. Ibrido un veicolo su quattro venduto durante lo scorso mese. Si notano i primi risultati degli interventi sulle catene di approvvigionamento di semiconduttori e altre componenti chiave dell’industria. Ma c’è chi da la colpa alla transizione energetica, che costa troppo. Ma è davvero così?
Continua il trend positivo delle nuove immatricolazioni auto in Europa
Il mese scorso in Europa c’è stato un incremento significativo delle nuove auto immatricolate, un +17,8%, per un milione di veicoli. I mercati che hanno trainato questa crescita sono la Germania, che ha registrato un +24,8%, la Spagna, con un +13,3%, e l’Italia, con un +9,1%.
Un dato confortante, perché sappiamo ormai bene quanto sia rilevante l’industria automotive nel suo insieme per il PIL dell’Unione europea, che ci consente di valutare in maniera positiva anche gli interventi dei mesi scorsi per il rafforzamento delle catene di approvvigionamento, soprattutto di semiconduttori.
Rimane comunque un gap al momento incolmabile rispetto ai livelli del settore del 2019, cioè pre-pandemia da Covid-19, che si aggira su un 21% in meno di nuove immatricolazioni.
Il boom delle vendite di auto elettriche 100& a batteria
In mezzo a questo aumento generale delle vendite, ci sono anche le nuove immatricolazioni di auto elettriche a batteria, che a giugno 2023 hanno registrato 158.252 unità, in crescita del 66% sul dato dell’anno precedente.
Risultato che a permesso alle auto a batteria di raggiungere una quota del mercato UE dell’auto pari al 15,1%, contro il 10,7% del giugno del 2022.
Questo posiziona i motori full electric al terzo posto come scelta dei consumatori europei, dopo le auto a benzina (36% delle nuove immatricolazioni e le auto elettriche a motore ibrido, con il 24,3%). Le macchine diesel scivolano al quarto posto, con un 13,4% di quota di mercato.
Un veicolo su quattro vendute nell’UE è elettrico ibrido
Sostanzialmente, da un po’ di tempo, un’auto su quattro venduta sui mercati dell’Unione è un motore ibrido. A giugno sono state 254.100 le nuove immatricolazioni delle elettriche ibride, in crescita del 32,4% su base annua.
A guidare questo aumento sono stati i principali mercati europei: Germania, con un +59%, Italia, con un +30%, Francia, con un +27,9%, e Spagna, con un +22,7%.
Le auto ibride plug-in perdono quota
Meno buono il dato delle auto elettriche ibride con la spina, o Plug-in, che hanno segnato un incremento del 13,4% su base mensile, con una quota di mercato che però scende dall’8,2% dello scorso anno al 7,9% del giugno 2023.
A pesare su quest’ultimo risultato sicuramente è stato il dato relativo alla Germania, dove le plug-in son crollate del 39%. In controtendenza Francia (+50%) e Spagna (+51,7%).
Tutta colpa di una transizione sbagliata?
Ancora una volta si devono fare delle considerazioni sulla transizione energetica in corso. Secondo i dati diffusi dall’Acea, sicuramente si può comprendere quanto le supply chain di componenti elettriche ed elettroniche hanno un ruolo chiave nel mercato dell’auto ed in particolare di quello dell’auto elettrica.
Migliorando le catene di approvvigionamento, rendendole più affidabili ed efficienti, ecco che l’industria dell’auto riprende quota. Rimane un problema di costi molto elevati, che impegnano i Governi a mettere sul tavolo degli incentivi all’acquisto di queste vetture, o a cercare nuovi accordi più vantaggiosi con i fornitori esteri (cosa che si fa sempre più complicata però, soprattutto per via delle tensioni geopolitiche che rendono i mercati sempre molto instabili).
C’è poi il problema dell’infrastruttura di colonnine di ricarica, che in alcuni Paesi dell’Unione stenta a decollare e sicuramente tra questi c’è l’Italia.
Secondo il Centro studi Promotor, invece, la colpa della crisi dell’industria dell’auto in Europa è tutta della transizione energetica. È qui che vanno rintracciati i motivi, che poi sono ridotti ai soli costi per le imprese e i consumatori finali.
Per il Centro, se si vuole rinvigorire la domanda di automobili (senza neanche specificare l’alimentazione) si deve rimodulare la transizione energetica. Come dire, la colpa è tutta dell’elettrico. Ma siamo proprio sicuri che sia davvero così?