I principali gruppi politici del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sui termini generali della riforma del mercato dell’elettricità dell’Ue, concordando tutti su un no deciso al price cap sulle rinnovabili.
L’accordo raggiunto sulla riforma del mercato dell’energia elettrica
La riforma del mercato dell’energia elettrica, presentata dalla Commissione europea a marzo, vuole evitare che si ripeta la crisi energetica dello scorso anno. La proposta sul quale si trovano d’accordo adesso i principali gruppi politici, è all’esame degli Stati membri e del Parlamento europeo, che devono concordare un testo comune prima che diventi legge.
L’intero Parlamento voterà poi a settembre, aprendo la strada ai negoziati finali con i Paesi Ue in autunno.
La posizione dei gruppi politici: no al price cap sulle rinnovabili
La posizione dei principali gruppi politici è quella di spingere per l’introduzione di barriere che proteggano il mercato dell’elettricità da misure di emergenza come quelle attuate durante la pandemia. Un esempio? Il tetto ai ricavi degli impianti infra-marginali.
I parlamentari vogliono infatti abolire i tetti alle entrate proposti anche a maggio dal relatore Nicolás González Casares, che riteneva fosse una buona idea reintrodurre un limite per i produttori di energia con bassi costi di produzione, come rinnovabili e nucleare.
Per l’eurodeputata del PPE Maria da Graça Carvalho, questo price cap è invece una ‘linea rossa assoluta’, e dunque un qualcosa da evitare a ogni costo.
Il nuovo accordo raggiunto infatti dai rappresentanti politici non prevede alcuna regolamentazione come questa, ma mantiene però aperte le opzioni per i sussidi statali al settore energetico.
I prossimi passi?
Quali saranno i prossimi passi? Con la Spagna che assumerà la presidenza di turno dell’Ue per i successivi sei mesi, la pressione è adesso su Madrid, che dovrà trovare un compromesso tra i 27 Stati membri.