722 grandi società hanno incassato 1 trilione di dollari all’anno in extra-profitti imprevisti nel 2021 e nel 2022. Una tassa straordinaria del 90% sui questi guadagni inaspettati avrebbe potuto generare 941 miliardi di dollari, da riutilizzare per affrontare la povertà (alimentare, idrica, sanitaria ed energetica), ma anche la crisi climatica e ambientale con i vantaggi delle rinnovabili. La ricerca pubblicata da Oxfam e ActionAid.
La policrisi che ha fatto arricchire i miliardari
Abbiamo passato anni difficili, a partire dalla pandemia da Covid-19, per arrivare all’attuale crisi energetica di cui non si parla quasi più, ma che difficilmente ci siamo lasciati alle spalle. Alla fine dell’estate i tamburi battenti dei media inizieranno a ricordarci che è nuovamente tempo di riempire le riserve strategiche e di stoccare gas per il prossimo autunno/inverno 2023/2024.
Cosa che è sempre accaduta, ma mai prima d’ora ce ne eravamo occupati con così tanta attenzione. I rincari delle materie prime energetiche sono iniziati proprio alla fine dell’estate del 2021, per poi incrementare ulteriormente per tutto l’anno seguente, con l’aggravante dell’invasione militare russa dell’Ucraina e la conseguente guerra tutt’ora in corso.
Tutto questo si è tradotto per gli europei in un aumento davvero consistente delle bollette energetiche, sia per le famiglie, sia per le aziende. Oggi il prezzo del gas è tornato a livelli accettabili (anche se sempre superiore allo storico precedente il 2021) e di conseguenza anche quello dell’energia elettrica, ma le attività speculative che hanno regnato incontrastate quasi per più di un anno potrebbero tornare appena ce ne sarà l’occasione.
Lo studio Oxfam e ActionAid sull’inflazione da profitti
Il nuovo studio condotto da Oxfam e ActionAid parte proprio da qui, da quelle realtà industriali, finanziarie ed economiche che hanno guadagnato miliardi di dollari a dir poco impropriamente durante questa drammatica crisi energetica, legata a doppio filo alla guerra e alle altre tensioni geopolitiche legate agli interessi nazionali di vari attori.
Nel biennio 2021-2022, 722 tra le più grandi corporation a livello mondiale hanno fatto complessivamente 2 trilioni di dollari di extra profitti, grazie all’aumento dei prezzi di prodotti e servizi offerti e dei tassi di interesse.
Partendo dalla classifica “Global 2000” di Forbes, i ricercatori hanno dimostrato che le grandi aziende globali hanno realizzati 1,09 trilioni di dollari di extraprofitti nel 2021 e altri 1,1 trilioni di dollari nel 2022, con un incremento dell’89% rispetto al totale dei profitti cumulati per il periodo che va dal 2017 al 2020.
Extraprofitti per le società energetiche
Di queste 722 grandi aziende, 45 sono società energetiche che hanno realizzato il volume più grande degli extraprofitti, ben 237 miliardi di dollari all’anno (474 miliardi di dollari circa, quasi un quarto del totale).
“Se i governi avessero tassato al 90% gli extraprofitti realizzati dagli operatori nel settore dei combustili fossili e riversati ai ricchi azionisti, avrebbero avuto risorse sufficienti per aumentare del 31% gli investimenti globali in energia prodotta da fonti rinnovabili“, hanno spiegato nel commento ai dati i ricercatori di Oxfam e ActionAid.
“Oggi, al contrario – hanno proseguito gli studiosi – nel mondo ci sono 96 miliardari che hanno costruito le proprie fortune grazie ai combustibili fossili e possono vantare un patrimonio complessivo di quasi 432 miliardi di dollari (50 miliardi in più rispetto all’aprile dello scorso anno)“.
Si è avuto simultaneamente un aumento di estrema ricchezza ed estrema povertà in tutto il mondo nello stesso periodo, come non mai negli ultimi 25 anni.
Uno scenario tragico e inquietante quello che lo studio ci pone di fronte, perché è chiaro che mentre tantissima gente non riusciva ad affrontare questi aumenti del costo delle materie prime energetiche (che poi a cascata hanno riguardato anche numerosi beni di prima necessità e non solo), un gruppo di ricchi imprenditori e finanziatori si è messo in tasca guadagni extra senza batter ciglio, soprattutto sapendo in che modo questo è accaduto.
Ma a guadagnare sull’emergenza sanitaria e quella energetica sono stati un po’ tutti
Molte di queste società stanno monopolizzando i mercati e fissando prezzi altissimi proprio per far guadagnare all’inverosimile gli azionisti. Non solo le grandi società energetiche di tutto il mondo, ma anche l’industria farmaceutica, quella alimentare, il settore bancario e assicurativo, più un’ampia fetta del mondo della rivendita al dettaglio.
Giusto per fare qualche esempio riportato nel documento, 28 grandi corporation del settore farmaceutico hanno registrato extraprofitti per 47 miliardi di dollari l’anno; 42 grandi società di rivendita al dettaglio e proprietari di catene di supermercati hanno messo a parte 28 miliardi di dollari l’anno di extra guadagno; 9 grandi società del settore aerospaziale altri 8 miliardi di dollari l’anno.
Tutto questo mentre la crisi inflattiva (inflazione da profitti) ha portato alla fame 250 milioni di persone in 58 Paesi. E il paradosso odioso è che, sempre secondo la ricerca, nel settore food and beverage 18 colossi hanno realizzato in media nel biennio 2021-2022 oltre 14 miliardi di dollari all’anno di extraprofitti.
Una cifra quest’ultima equivalente “a oltre due volte il gap di finanziamento di 6,4 miliardi di dollari indispensabile per fronteggiare la tremenda crisi alimentare che in Africa orientale – tra Etiopia, Kenya, Somalia e Sud Sudan – rischia di far morire per fame 1 persona ogni 28 secondi nei prossimi mesi, a fronte anche del drastico aumento, di oltre il 14%, dei prezzi dei prodotti alimentari a livello globale nel 2022“, si legge nel documento.