Come sottolineato dal primo rapporto dell’Osservatorio europeo per la neutralità climatica, l’Ue ha bisogno di accelerare l’attuazione del Green Deal per raggiungere gli obiettivi fissati da qui al 2050. Leggi il report.
Il primo rapporto dell’Osservatorio europeo per la neutralità climatica (ECNO)
Secondo il primo rapporto dell’Osservatorio europeo per la neutralità climatica (ECNO), che evidenzia quelli che sono alcuni degli elementi costitutivi ritenuti fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi da soddisfare fino al 2050, l’Europa ha bisogno di nuovi strumenti per monitorare la transizione circolare, senza dimenticare che, con l’adozione della legge sul clima, arrivare alla neutralità è un obbligo vincolante.
Per rispettarlo però, l’Osservatorio sottolinea quanto sia necessario un controllo costante e una responsabilità dedicata, in grado di cogliere l’urgenza, la portata e la complessità di un cambiamento così importante.
L’importanza dell’ECNO
L’ECNO nasce per fornire un’analisi completa di quelli che sono i progressi dell’Ue riguardarti la decarbonizzazione e la transizione energetica.
L’importanza dell’Osservatorio dunque sta proprio nel rappresentare una fonte affidabile di monitoraggio esterno e indipendente, creata da una partnership di istituti scientifici e finanziata dalla Fondazione europea per il clima.
Bisogna muoversi più velocemente
Con questa prima relazione annuale sui passi avanti del Vecchio Continente verso il Net Zero 2050, è chiaro come l’Unione Europea abbia bisogno di muoversi più velocemente.
In che modo? Mediante una pianificazione a lungo termine sui fini da perseguire, e sbloccando quelle barriere e quegli handicap che ostacolano i cambiamenti strutturali verso un’economia circolare.
Nel complesso dunque, il rapporto mostra quanto si sta già perseguendo la nuova rotta verso un futuro più verde, ma quanto, purtroppo, ci si trovi ancora indietro, nonostante tutti gli elementi esaminati dall’ECNO stiano andando nella giusta direzione.
Dove si è più lenti?
Dal report emerge che si è più lenti soprattutto nello sviluppo delle tecnologie di rimozione dell’anidride carbonica, e dunque nella riduzione delle emissioni.
Anche i finanziamenti per l’azione per il clima si sono rivelati insufficienti. Il rapporto dell’Osservatorio vuole infatti avvertire che servono maggiori investimenti per ottenere risultati, dunque un aumento di sussidi e incentivi.
Aleksander Śniegocki, coautore del rapporto e CEO del think tank indipendente Reform Institute di Varsavia, ha affermato che la crisi climatica richiede, in generale, un approccio integrato, per raggiungere non solo gli obiettivi a breve termine, ma anche per gettare delle basi da seguire nei prossimi decenni.